Con i tagli alle spese per l’istruzione in Italia è nata negli ultimi anni la curiosa definizione di “idoneo non beneficiario”, che identifica quegli studenti che, nonostante abbiano tutti i requisiti per poter accedere a una borsa di studio, in realtà non vedranno un centesimo perché i soldi non ci sono. Il coordinamento universitario Link, che in questi giorni ha occupato le sedi Adisu (l’ente per il diritto allo studio universitario) di tutta Italia, lancia una campagna per sottoscrivere dieci proposte di cambiamento al sistema del finanziamento pubblico all’istruzione, insieme con una petizione per trasformare tale testo in una proposta di legge di iniziativa popolare. Pubblichiamo di seguito l’articolo apparso sul loro sito, e vi invitiamo a leggere (e commentare, è possibile farlo direttamente dal sito) le proposte degli studenti.
«Non c’è più tempo! Dieci proposte per il diritto allo studio! Mai più senza borsa!» È questa la frase degli striscioni comparsi questa mattina, con i quali gli studenti e le studentesse di Link Coordinamento universitario hanno occupato le sedi Adisu delle città di Torino, Milano, Padova Pisa, Siena, Roma, Napoli, Bari.
L’occupazione in contemporanea delle Adisu territoriali lancia a partire da oggi una raccolta firme nazionale in sostegno di una proposta di dieci punti per salvare il diritto allo studio in Italia, attraverso la copertura totale delle borse, nuovi alloggi studenteschi, politiche in sostegno degli affitti, mense di qualità, criteri di reddito e di merito omogenei fra le regioni d’Italia.
La campagna si chiama “Non c’è più tempo” perché la situazione è ormai al collasso: nel 2011-12 gli studenti “idonei non beneficiari” (coloro che vengono riconosciuti idonei per reddito e merito, ma non ricevono la borsa di studio per mancanza di fondi) sono stati 57mila e la cifra è in costante aumento. Si passa da una copertura pari al 100 per cento in Emilia Romagna al 31,28 per cento della copertura delle borse di studio della regione Calabria. Dal 2003-04 c’è stato un calo delle immatricolazioni del 17 per cento perché per moltissimi studenti i costi per studiare diventano sempre più insostenibili.
Inoltre per l’anno prossimo sono previsti solamente 14 milioni per il diritto allo studio nel budget del Miur mentre quest’anno sono stati stanziati 103 milioni, comunque non sufficienti a coprire tutte le borse. Se la situazione non cambierà immediatamente, l’anno prossimo sarà quasi impossibile garantire la copertura delle borse di studio.
È in corso un’espulsione di massa dalle nostre università. Per questo oggi lanciamo la campagna: “Non c’è più tempo! Dieci proposte per il Dsu”, con una raccolta firme a sostegno di questi dieci provvedimenti che devono diventare una priorità per qualsiasi governo del Paese. È la nostra risposta al decreto Profumo, affossato dalle mobilitazioni degli studenti questo inverno. Non possiamo restare zitti di fronte agli inutili dibattiti politici di questi giorni che non affrontano i reali problemi del paese. Gli studenti in questi anni hanno discusso di quali sono le loro soluzioni allo smantellamento del diritto allo studio e alla distruzione dell’università e oggi le ribadiamo con forza in tutta Italia.
Le dieci proposte per il diritto allo studio rientrano nella campagna nazionale della rete della conoscenza per la difesa del welfare studentesco nelle diverse regioni. Il welfare studentesco, dalle borse allo studio, ai trasporti e al comodato d’uso, risulta troppo disuguale tra le diverse regioni; per questo in ogni regione stiamo costruendo delle vertenze conquistare nuovi diritti per gli studenti. Gli studenti e le studentesse di questo Paese non possono più attendere ed essere vittime di questo momento di stallo politico. Bisogna che la politica si assuma la responsabilità di non lasciar collassare il sistema del diritto allo studio italiano e di ripensare nuove forme di welfare.