In merito alla stabilizzazione della legge sul 5 per mille, che il governo si è impegnato a realizzare inserendola nella Delega fiscale, non possiamo che essere d’accordo con quanto scrive il Forum del Terzo settore nel comunicato diffuso ieri: «È molto positiva la notizia della stabilizzazione del cinque per mille annunciata dal Governo. Sarebbe una svolta decisiva per uno strumento di sussidiarietà fiscale, nato in via sperimentale nel 2006, che consente al contribuente di dedicare il cinque per mille della propria imposta sul reddito a sostegno delle attività delle organizzazioni di terzo settore.
La stabilizzazione dell’istituto del cinque per mille, attesa da tempo, è ben accolta dal Forum del Terzo Settore che ricorda il grande apprezzamento che ha avuto tra tutti i cittadini contribuenti: negli anni è stato utilizzato da oltre 15 milioni di italiani. Pur apprezzando fortemente l’iniziativa del Governo, ci sono tuttavia alcune questioni su cui il Forum vuole richiamare l’attenzione. Il cinque per mille è nato come strumento di sussidiarietà e come tale deve rimanere: la libera scelta dei cittadini va salvaguardata.
Va piuttosto selezionata e qualificata la platea dei soggetti beneficiari attraverso la precisazione dei requisiti di accesso. Infine, il tetto introdotto dalle ultime finanziarie ha fortemente ridimensionato l’entità delle risorse devolute dai contribuenti e limitato le potenzialità delle organizzazioni sociali. Il Forum rimane contrario all’inserimento del tetto».
Osservazioni non nuove, si potrebbe obiettare, ma sulle quali vale la pena insistere. Perché, se è vero che accogliamo con favore l’impegno espresso dal Governo, lo è altrettanto che restiamo in attesa di conoscere nei dettagli in che modo esso sarà portato a termine. Non è la sola stabilizzazione a poter permettere di tirare un sospiro di sollievo alle onlus, bensì, come si dice nel comunicato, una più precisa definizione dei parametri di accesso (nonché di rendicontazione della destinazione dei proventi), e l’abolizione del tetto massimo posto sul contributo, che di fatto riduce sostanzialmente l’impatto delle donazioni.