Pochi giorni fa, il Consiglio direttivo di Avis Legnano si è riunito per stabilire come impiegare il contributo del 5 per mille 2013, erogato dall’Agenzia delle Entrate a novembre dello scorso anno. Grazie alle 1.164 persone che, al momento della dichiarazione dei redditi, hanno espresso la preferenza per la nostra associazione, abbiamo ricevuto dallo Stato un versamento di 29.937 euro. Innanzitutto ringraziamo chi ha fatto questa scelta e speriamo che continui a crescere il numero di preferenze anche nelle prossime scadenze fiscali (qui il nostro codice fiscale, ma avremo modo di ricordarvelo nei prossimi mesi).

Fatta questa dovuta premessa, annunciamo che il Consiglio ha deliberato all’unanimità di accantonare la cifra per affrontare una spesa molto impegnativa, ossia la sostituzione del generatore di riscaldamento e del condizionatore di raffrescamento (con relative reti di distribuzione e collegamento) della sede di via Girardi. Si tratta di un intervento che necessita di grandi investimenti, quindi si è scelto di rimandare al 2017 l’avvio del progetto. Nel frattempo, dovrebbero essere erogati anche i fondi relativi al 2014 (36.549 euro), che andranno a incrementare il fondo destinato all’intervento. In futuro, quando avremo dati più precisi, non mancheremo di pubblicare una rendicontazione delle spese effettuate. Perché la sede è un bene di tutti i soci Avis, dunque ci preme essere trasparenti quando spendiamo contributi pubblici per renderla più efficiente e accogliente.

Quest’anno il 5 per mille compie i suoi primi dieci anni, e siamo molto felici di poter celebrare questa ricorrenza, viste le numerose vicissitudini che hanno segnato il suo cammino. La sua nascita giuridica risale in realtà al 2005, e alla legge finanziaria che prevedeva per il 2006, in via sperimentale, la possibilità per i contribuenti di destinare il 5 per mille dell’Irpef ad associazioni di volontariato, alla ricerca scientifica e universitaria e ai Comuni. Il problema sta proprio in quella “via sperimentale”, che ha reso questa possibilità precaria e soggetta, di anno in anno, al rischio di sparire. Così non è stato, ma di mezzo si sono messi vari limiti al “tetto di spesa” che ne hanno minato l’efficacia. Già nel 2006 fu fissato un primo tetto a 250 milioni di euro, portato a 400 milioni nel 2007 (nello stesso anno si inserirono tra i possibili beneficiari le associazioni sportive dilettantistiche). Negli anni successivi si sono susseguiti estenuanti dibattiti sulla possibilità o meno per lo Stato di confermare la norma, e iniziavano ad arrivare le prime promesse di “stabilizzazione”, sempre però rimandata a un futuro vago. Nel 2010 i fondi scesero a 300 milioni, per risalire a 400 l’anno successivo. Infine, è del 2014 la legge di Stabilità che ha tenuto fede al proprio nome, portando il 5 per mille dal regime sperimentale alla stabilizzazione, e alzando il tetto di spesa a 500 milioni di euro.

Va ricordato, come spiega il sito web Fisco e Tasse, che il 5 per mille non è solo una forma di finanziamento del terzo settore da parte dello Stato. Secondo la dottrina giuridica è anche un «esempio di sussidiarietà fiscale, in quanto con esso viene riconosciuta al contribuente una sfera di sovranità nella quale egli stesso può decidere a chi destinare parte della ricchezza con cui contribuisce alle spese pubbliche, ai sensi dell’art. 53 della Costituzione (“Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva”)». Ogni preferenza espressa è dunque per noi una dichiarazione di fiducia da parte dei nostri donatori, soci e simpatizzanti, che ci impegniamo a non deludere nel prendere qualsiasi decisione pensando al bene dell’associazione.