Avremmo preferito trovare argomenti migliori per l’ultima pubblicazione di ZeroNegativo prima della pausa invernale, ma l’attentato che si è consumato lunedì 19 dicembre a Berlino, unito alla conferma arrivata giovedì sulla morte di una cittadina italiana coinvolta nella strage, ci rende difficile pensare ad altro. Ci stringiamo attorno alla famiglia di Fabrizia Di Lorenzo e a quelle delle altre 11 vittime dell’attentato.

Ancora una volta, una importante città europea è vittima del terrorismo di matrice islamista (l’attentato è stato rivendicato dallo Stato Islamico, o Isis). Ripensando alle modalità dell’attacco, che ricordano molto da vicino la strage di Nizza dello scorso 14 luglio, viene da pensare che l’obiettivo dei terroristi, oltre a fare vittime e diffondere la paura, sia quello di dividerci. In una società sempre più incentrata sull’individuo, in cui è difficile costruire legami solidi con la comunità in cui si vive, attaccare le rituali occasioni di ritrovo è una mossa doppiamente vile. Perché i mercatini di Natale, così come la festa nazionale francese accompagnata da giochi pirotecnici nel caso di Nizza, sono rituali che richiamano persone di ogni credo, estrazione sociale, culturale ed economica. Sono eventi trasversali, che per un momento portano centinaia di persone a uscire dalle proprie cerchie relazionali per unirsi alla massa, diventare folla che si ritrova per consumare un rituale condiviso. È forse questo l’aspetto che più di tutti rende evidente gli obiettivi dei terroristi

Il bersaglio sembra essere la nostra società in quanto tale, non un certo gruppo di persone ma un’idea di mondo elementare e condivisa al di là di ogni orientamento politico: la pace, la tranquillità, la convivenza civile, il rispetto per la vita di tutti. L’altro grave danno compiuto dagli attentati come quello che si è consumato a Berlino è contribuire a intaccare le già fragile convinzioni che l’accoglienza sia una risorsa, e la solidarietà un dovere. Le forze xenofobe che in questo 2016 hanno avuto una risonanza inedita nella storia recente escono rafforzate da ogni strage, e il rischio di vedere potenziali criminali dietro ogni sguardo tra le migliaia di persone che varcano i confini europei in fuga dalla violenza è alto. Ma bisogna combatterlo con forza.

Sono questi i momenti in cui è importante pensare e agire con razionalità, non abbandonare il discernimento. È difficile accettare la complessità delle cose; la tentazione di accontentarsi di una soluzione pronta all’uso («rimandiamoli a casa!») non deve prevalere sulla capacità di affrontare il problema con gli strumenti culturali e giuridici che l’Europa ha saputo costruire nel corso dei secoli. In una fase storica in cui l’Unione europea sta conoscendo i livelli di gradimento probabilmente più bassi dai tempi della sua fondazione, è il momento di ricordarci che essa non è solo l’apparato burocratico che sembra messo in piedi apposta per rendere la vita impossibile ai Paesi membri già in difficoltà. È anche uno spazio di idee condivise che ha prodotto negli anni il riconoscimento di diritti fondamentali (dignità, libertà, uguaglianza, solidarietà, cittadinanza e giustizia, secondo la Carta di Nizza), e oggi è il momento di impegnarsi per difenderli. È una maniera dura di chiudere un 2016 già difficile per tanti aspetti.

Avevamo un’idea diversa per questo post di fine anno, per una volta avremmo voluto parlare di ZeroNegativo, che tra una cosa e l’altra è online da quasi cinque anni e ha sfornato più di 1.400 articoli. Pazienza, lo faremo più avanti. Intanto grazie a tutti i nostri lettori: a quelli della prima ora e a quelli che si sono aggiunti (e anche a quelli che hanno smesso di leggerci, aspettiamo che tornino a trovarci più avanti).

Un caro augurio di buone feste e felice 2017 da parte di ZeroNegativo e dall’Avis di Legnano a tutti voi. Le pubblicazioni riprenderanno dal 9 gennaio 2017.

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