Foto di Danny Wartnaby

Vogliamo dimostrare la nostra partecipazione ai disagi di chi in questi giorni si sta mettendo in viaggio sui mezzi pubblici, nonostante le (previste) condizioni meteo abbiano (prevedibilmente) messo in crisi il sistema di comunicazione (soprattutto ferroviario). Persone che cercano di andare al lavoro, di tornare a casa, di raggiungere un familiare si sono trovate ostaggio di treni bloccati per ore dal ghiaccio e dalla neve, spesso senza un’adeguata assistenza. Invece delle solite abusate espressioni di denuncia, ormai svuotate di ogni contenuto informativo, che ogni anno si ripetono sulle pagine dei media, riportiamo la poesia di Ada Negri “Cade la neve”, così come storpiata dalla rubrica “Il graffio” del Sole 24 Ore di ieri, a pagina 35.

Cade la neve
Sui campi e sui binari
silenziosa e lieve
volteggiando, la neve cade.
Danza la falda bianca,
nell’ampio ciel scherzosa,
poi sugli scambi si posa,
stanca.
In mille immote forme
sempre un agitato sonno dorme.
È inverno, svolgo il mio lavor
sovrano
si ripete per darsi quiete.
Ignara che agli umani da Trenitalia
imprigionati
l’arrivo alla meta è sogno agognato
invano.
Tutto d’intorno sarebbe pace,
se ai problemi indifferenti
degli utenti
non offrisse solo ignobil scusa
mendace
il comando dell’azienda
che
chiuso in un oblio profondo,
sprezzando il mondo
tace.