La mattina del 7 ottobre, un attacco senza precedenti è stato condotto da militanti di Hamas sul suolo dello stato israeliano, riaprendo un conflitto che era rimasto dormiente per quasi mezzo secolo. Si tratta di una questione molto complessa, che inizia ben prima del 7 ottobre, e che è bene conoscere per capire meglio cosa sta succedendo e perché.

I fumetti e i graphic novel possono offrire uno strumento di riflessione incisivo e profondo. Di seguito proponiamo, seguendo i consigli di The Conversation, una selezione di graphic novel che invitano ad approfondire le radici e la natura attuale del conflitto.

Il mio miglior nemico, di Jean-Pierre Filiu di David Beauchard

Il secondo volume di questa serie, Best of Enemies: A History of US and Middle East Relations, Part Two: 1953-1984, analizza la situazione strategica e la politica internazionale del Medio Oriente dagli anni Cinquanta agli anni Ottanta.

La narrazione si concentra su questo periodo turbolento della storia mondiale, con eventi come la Rivoluzione islamica in Iran alla fine degli anni Settanta e la Guerra dei Sei Giorni tra Israele ed Egitto, Siria e Giordania nel 1967. Presenta gli eventi attraverso disegni onirici e proporzioni irrealistiche, utilizzando uno stile in bianco e nero che ricorda i giornali e i filmati d’archivio dell’epoca.

Cronache di Gerusalemme, di Guy Delisle

Guy Delisle, autore canadese, documenta i suoi viaggi con la moglie, amministratrice di Medici Senza Frontiere, con la quale ha viaggiato (e scritto) anche a Pyongyang e Shenzhen. Qui scrive del suo soggiorno di un anno nella città di Gerusalemme.

Utilizzando il colore in toni chiari e uniformi e narrando in prima persona, lo stile di Delisle unisce le esperienze simultanee di turista e documentarista.

Nei suoi fumetti, l’autore riflette i pregiudizi e gli stereotipi che aveva in precedenza, che gradualmente si modificano man mano che sperimenta in prima persona la complessa vita quotidiana della città e ascolta i racconti degli abitanti della città.

Palestina e Gaza 1956, di Joe Sacco

La maggior parte delle opere del fumettista maltese-americano Joe Sacco può essere classificata come “graphic journalism”.

In Palestina, pubblicato originariamente a puntate dal 1993 al 1995, Sacco apre una finestra sul mondo pieno di checkpoint della Palestina occupata nei primi anni Novanta. Egli sfrutta la sua posizione di giornalista per muoversi tra la vita quotidiana di israeliani e palestinesi, vent’anni prima di Delisle. Il fumetto è in bianco e nero e narrato in prima persona. In esso, Sacco mostra il suo desiderio di imparare, riconoscendo le sue mancanze e dimostrando un senso dell’umorismo tagliente, caustico e oscuro.

Attraverso i suoi occhi, il lettore può approfondire eventi come la Nakba del 1948 e la guerra dello Yom Kippur del 1973, nonché il ruolo svolto dall’UNRWA (Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente).

Anche Gaza 1956 (2009), originariamente commissionato dalla rivista Harper’s, si basa su testimonianze di prima mano, concentrandosi sulle città di Rafa e Khan Younis. Qui Sacco esamina le origini del conflitto israelo-palestinese, risalendo all’indomani della guerra del Sinai del 1956. Straziante e doloroso, offre molti spunti di riflessione.

Capire Israele in 60 giorni (e anche meno), di Sarah Glidden

L’autrice di Rolling Blackouts (attualmente non disponibile in italiano, ndr) offre un resoconto in prima persona, disegnato a colori, di un viaggio in Israele nel 2007 nell’ambito del programma Birthright.

Birthright, argomento delicato e molto controverso, è il precursore della Legge del Ritorno, che concede a qualsiasi ebreo o persona con uno o più nonni ebrei il diritto di emigrare in Israele.

Mentre scopre le sue radici ebraiche, Glidden coglie l’occasione per formarsi una propria opinione sul conflitto israelo-palestinese.

(Foto di Jorge Fernández Salas su Unsplash)

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