Spesso, per ovvi motivi, ci concentriamo sulle vicende legate al 5 per mille. Ma il primo strumento con cui lo Stato ha dato ai contribuenti la possibilità di devolvere una parte delle imposte sul reddito a una causa diversa dal finanziamento delle casse erariali è stato l’8 per mille.
Come spiega Lavoce.info, questo è stato introdotto nel 1985, e permette ai contribuenti di destinare una quota delle proprie tasse a una serie di culti riconosciuti. Inizialmente questi erano cinque (Chiesa cattolica, Chiesa valdese, Unione delle Comunità ebraiche italiane, Chiesa evangelica luterana, Assemblea degli altri culti), ma nel tempo se ne sono aggiunte altre, oltre alla possibilità di lasciare quei soldi nelle casse dello Stato, per iniziative specifiche.
«Ognuna di queste realtà può utilizzare i fondi ricevuti, tramite preferenza o tramite riparto delle quote non assegnate, per le finalità definite dalla legge», spiega l’articolo. «E ciascuna sul proprio sito web solitamente descrive come concretamente sono state impiegate le risorse».
«Le informazioni disponibili evidenziano una costante diminuzione nel numero di cittadini italiani che scelgono di assegnare l’8 per mille alla Chiesa cattolica con la compilazione della dichiarazione dei redditi – spiega Lavoce.info –. I dati preliminari riguardanti le dichiarazioni del 2022 (relative all’anno fiscale 2021) mostrano una riduzione di ben 205 mila firme rispetto agli anni precedenti. Al contrario, lo stato ha riscontrato un aumento di 84 mila adesioni. Se il supporto finanziario alla Chiesa cattolica continua a ridursi, il settore pubblico, con particolare attenzione a iniziative di beneficenza e investimenti nell’istruzione, guadagna crescente approvazione tra i contribuenti italiani».
Negli ultimi anni è diminuita la percentuale di persone che hanno espresso una preferenza. Come dicevamo, in questo caso gli importi non assegnati vengono redistribuiti tra le varie organizzazioni con un sistema piuttosto complesso. A beneficiarne è soprattutto la Chiesa cattolica, perché diverse altre realtà hanno deciso di rinunciare a questa possibilità, limitandosi a ricevere solo i fondi espressamente assegnati loro da parte dei contribuenti.
Degli 1,41 miliardi di euro che saranno distribuiti nel 2023, oltre due terzi (1,03 miliardi) andranno alla Chiesa cattolica. Lo Stato riceverà 330 milioni di euro, i Valdesi 42 milioni e il rimanente andrà in misura diversa alle altre organizzazioni.
È bene ricordare che 8 per mille, 5 per mille e 2 per mille non sono strumenti alternativi l’uno all’altro. Ogni contribuente può destinare una quota delle proprie tasse a tutti e tre. Ciò che cambia è la finalità, oltre al fatto che in caso di mancata scelta l’8 per mille viene comunque redistribuito, mentre gli altri due vengono assegnati solo se si compila la sezione apposita del modulo per la dichiarazione dei redditi.
Il 5 per mille serve a finanziare il mondo del volontariato (tra cui Avis Legnano), la ricerca, la sanità, i Comuni, le associazioni sportive, i beni culturali e le aree protette. Il 2 per mille serve invece a finanziare i partiti politici.
È inoltre utile sottolineare che non si tratta di esborsi aggiuntivi rispetto agli importi dovuti allo Stato in base al proprio reddito. Al contrario, è lo Stato a rinunciare a una piccola quota di quanto gli è dovuto per supportare realtà e finalità specifiche.
(Foto di Adrian Negura su Unsplash)
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