Se una parte dell’astensionismo si può spiegare nella scarsa qualità dell’offerta politica, un’altra parte del problema è la difficoltà di accesso al voto. Alcune proposte da Lavoce.info.
Il 12 giugno, le votazioni per i cinque referendum sulla giustizia hanno registrato l’affluenza più bassa di sempre. Anche per le elezioni amministrative che si sono tenute in 971 comuni il dato sul numero di partecipanti al voto è stato in calo nella maggior parte dei casi.
Non ci sono dubbi che l’attaccamento dei cittadini alla politica si sia ridotto nel tempo e che i partiti fungano sempre meno da catalizzatori delle istanze dei cittadini, ma dietro al calo dell’affluenza potrebbero esserci anche ragioni tecniche. A differenza di altri paesi democratici, infatti, le modalità di voto in Italia possono essere piuttosto complicate per una quota non indifferente di cittadini, per esempio i giovani.
In questo contributo, ci concentriamo prima su parte delle ragioni politiche e culturali che spingono i giovani a votare meno rispetto ad altre fasce di età, per poi ragionare su alcuni strumenti che potrebbero stimolare la partecipazione al voto.
Quanto votano i giovani
La prima domanda da porsi è: davvero i giovani votano meno rispetto al resto della popolazione? Osservando le analisi del voto delle elezioni politiche 2018 ed europee 2019 sembrerebbe di no. Per quanto la percentuale di 18-34enni che non hanno votato sia tendenzialmente più alta, la differenza, soprattutto guardando alle elezioni politiche, di solito più partecipate in generale, non sembra così importante.
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