di Federico Caruso e Roberta Maddalena

Giovedì 28 giugno, alla libreria Hoepli di Milano, si è svolta la presentazione di Nurant Issue#8, numero monografico della rivista di illustrazione dedicato all’hand-lettering. Inizio dell’evento previsto per le 18, ma il tutto slitta di un quarto d’ora per consentire a Ulrico Carlo Hoepli di raggiungere la libreria perché, fa sapere, «tiene particolarmente a esserci».

Al suo arrivo, nell’aria c’è grande fermento. Nonostante i giovani fondatori di Nurant -Sonia Mion, Sergio Caruso e Nicko Iannibello- siano tutt’altro che nuovi al confronto con personalità significative del mondo dell’editoria e della comunicazione, la libreria Hoepli resta una cornice particolare, data la sua politica di accurata scelta dei contenuti che la rende un punto di riferimento a Milano e in Italia.

Hoepli si presenta e incanta immediatamente la platea con ammirevole savoir faire, attirando anche l’attenzione di un piccolo gruppo di curiosi. Le sue domande sono pratiche e dirette. Dopo aver ascoltato la breve ma intensa storia della rivista -nata circa un anno e mezzo fa come web magazine e poi approdata alla carta- si complimenta e condivide, in un tono da chiacchierata tra colleghi che lascia tutti sgomenti, visto lo spessore del personaggio, il lavoro di pubblicazione svolto da Hoepli negli ultimi anni.

Fra digressioni storiche e culturali (come l’aneddoto sull’inizio della carriera di scrittore di Luciano De Crescenzo) intervallate da battute di grande ironia, Hoepli intraprende poi un interessante dibattito con Alessandro Gobbi, promoter di Favini -cartiera che fornisce i materiali per la stampa di Nurant-, parlando di carta, cartiere, storia d’Italia, attività di sponsorizzazione. L’azienda Favini ha alle spalle una storia di oltre 300 anni, ed è coinvolgente per tutti i presenti assistere al piacevole scambio di esperienze, opinioni e risate tra due grandi riferimenti della carta stampata in Italia e l’iniziativa editoriale di Nurant. Che può già considerarsi adulta perché, sottolinea Ulrico: «Visto l’alto tasso di mortalità “infantile” di questi progetti, dopo un anno e mezzo di attività ci si può definire sopravvissuti e navigati».

Al termine della conversazione il gruppo si sposta nella sala espositiva, dove si fraziona in sottogruppi tematici, le cui eterogenee conversazioni, tra le illustrazioni esposte, sono accompagnate da buon vino rosso. Ciò che resta è un sodalizio sereno, la promessa di una visita collettiva in cartiera e una grande lezione di stile da parte di Ulrico Carlo Hoepli, che ricorda attraverso il suo modo di fare la bellezza eterogenea, completa e complessa della vita, e insegna alle nuove generazioni, che hanno pochi esempi di questo genere davanti agli occhi, a essere curiosi, aperti, colti ma umili, a giocare con le parole e con l’ironia stabilendo con il prossimo un dialogo aperto e alla pari, usando il proprio bagaglio intellettuale come ponte relazionale verso l’esterno e non come arma per schiacciare e dominare.

Alla serata hanno partecipato Valentina Russello ed Elena Temporin, illustratrici che hanno pubblicato diversi disegni sul numero precedente di Nurant, dedicato al cinema muto, e alcuni hand-drawers che hanno contribuito al nuovo numero: Officina Novepunti (collettivo di giovani tipografi, autore di un poster stampato a caratteri mobili allegato al numero), Luca Barcellona, calligrafo ed ex-writer, DAZEE, vero genio del lettering tridimensionale che ha curato la copertina, Roberta Maddalena, che oltre a essere presente come ospite ha curato insieme allo staff di Nurant la selezione degli artisti presenti nel numero, le giovani illustratrici Tai Pera, Paola Rollo e Giulia Terragni.

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