Quando un evento è “aperto a tutti”, non è detto che sia davvero “pensato per tutti”. Se osservati dal punto di vista di persone con disabilità, difficoltà motorie o esigenze particolari (genitori con figli piccoli per esempio), molti degli eventi diventano di fatto “chiusi”, o comunque “aperti a tutti quelli che ce la fanno”. All’inizio di dicembre, dalla collaborazione tra più realtà associative torinesi, è nato un decalogo degli eventi for all, con indicazioni e linee guida che, se seguite, possono aiutare organizzatori di qualsiasi ambito a non essere i perpetratori (seppure involontari) di una discriminazione. Data l’ampiezza di situazioni per cui il decalogo è pensato (si parla di musei, arene, palazzetti per i concerti e qualsiasi altro luogo dedicato a mostre, spettacoli, festival, fiere, rassegne, tornei sportivi, manifestazioni, convegni, dibattiti), escludere una parte della popolazione da questi appuntamenti significa privarla di importanti occasioni di socializzazione.
«Il vademecum è stato redatto dalle OGR con Fondazione CRT – si legge sul sito di quest’ultima –, grazie alla collaborazione della Consulta per le Persone in Difficoltà e dell’Istituto Italiano per il Turismo per Tutti, e può diventare un utile punto di riferimento per i musei, le arene, i palazzetti per i concerti e qualsiasi altro luogo dedicato a mostre, spettacoli, festival, fiere, rassegne, tornei sportivi, manifestazioni, convegni, dibattiti».
Il decalogo prende spunto a livello teorico dalla Convenzione Onu sul diritto alle Persone con disabilità, in particolare dall’articolo 30 (Partecipazione alla vita culturale, alla ricreazione, al tempo libero e allo sport), dove si parla estesamente del concetto di accessibilità. Ed è proprio su questo che si concentra il decalogo: «L’obiettivo di questa trattazione – si legge nel documento – è di fornire, a chi organizza un evento, alcune indicazioni per consentire la piena partecipazione a persone con esigenze specifiche in modo autonomo, sicuro, comodo e piacevole, attraverso una diffusa e ampia accessibilità». Vediamo nel dettaglio cosa prevedono i vari punti del manuale:
«1. Il rispetto e il soddisfacimento attento e partecipe delle differenti esigenze della pluralità delle persone […].
2. Evento appagante, sostenibile e fruibile per qualsiasi persona […].
3. La capacità inclusiva dell’evento si realizza in gran parte attraverso la contestuale ed equilibrata presenza di accoglienza e comunicazione attente alla pratica dell’inclusione, di accessibilità architettonica e percettiva, di accesso all’esperienza.
4. Accoglienza attenta e modulabile. Per raggiungere una piena fruibilità dell’evento sono fondamentali gli aspetti relazionali di accoglienza, di convivialità e di attenzione alle diverse esigenze, in riferimento sia ai servizi, sia alle attività di accompagnamento, di intrattenimento e a quelle di natura educativa. […]
5. Diffusione dell’accessibilità architettonica e percettiva. È necessario realizzare, un’accessibilità spaziale ampia, intesa come possibilità per tutti e per ciascuno di accedere, orientarsi, riconoscere, muoversi in autonomia e utilizzare, in modo paritario, inclusivo, non discriminante ed emarginante, gli spazi e i luoghi, in cui si svolgono le attività dell’evento. […]
6. È importante promuovere attività e percorsi basati su differenti modalità realizzative, che facciano ricorso alla multi-sensorialità, all’interattività, ad ausili e a supporti tecnologici, ivi compresa la tecnologia “smart”, integrati in modo equilibrato.
7. […] Occorre ricorrere a strategie di comunicazione inclusive, efficaci ed esaustive, fondate sull’utilizzo di un linguaggio corretto e diversificato (parlato, scritto, segnato) e di strumenti di comunicazione appropriati, utili a prevenire ogni forma di discriminazione. […]
8. Autovalutazione della fruibilità dell’evento attraverso informazioni oggettive. […]
9. Formazione degli operatori nei confronti dell’accoglienza inclusiva. […]
10. Promozione e diffusione dell’evento per tutti. Far conoscere l’evento concepito e realizzato per tutti è uno strumento per contribuire a ridurre e prevenire i fattori di esclusione […]
A questi principi, nel documento, seguono alcuni capitoletti con informazioni più specifiche su singoli temi: comunicazione, accoglienza, servizi di ristoro, location, tecnologia, sicurezza in caso di emergenza. Si tratta di un documento molto importante, che speriamo sia adottato in maniera sempre più diffusa a tutti i livelli. Perché organizzare un evento che sia davvero for all non è più complicato. Il primo passo è ridefinire, a livello culturale, il concetto di “tutti”. Se si ragiona in maniera inclusiva, le linee guida diventano un utile promemoria, e non un intralcio alle routine organizzative.