Nei primi giorni della pandemia, ci siamo preoccupati soprattutto di sanificare le superfici. L’idea prevalente nella comunità scientifica era che il coronavirus si diffondesse principalmente attraverso goccioline (i droplet, ve li ricordate?) che cadevano sulle superfici, che poi toccavamo con le mani, che poi ci mettevamo sul viso. Le autorità sanitarie ritenevano che le mascherine non fossero invece necessarie, se non per il personale sanitario. Così abbiamo iniziato a lavarci le mani di continuo, fino a spellarci. Abbiamo consumato quantità industriali di disinfettante per le mani e disinfettato la spesa, le consegne a domicilio, la posta.

Per poi scoprire che avevamo sbagliato tutto: il virus non si diffonde principalmente attraverso le superfici, ma soprattutto attraverso l’aria. Abbiamo capito il pericolo degli ambienti chiusi, l’importanza della ventilazione e la differenza tra una maschera di stoffa e una FFP2. Nel frattempo, abbiamo smesso di parlare di lavaggio delle mani.

Se lavarsi le mani non è così importante per difendersi dal coronavirus come pensavamo a marzo 2020, quanto lo è in generale? Se l’è chiesto l’Atlantic, che ha consultato diversi esperti per rispondere a questa domanda.

«Qualsiasi esperto di salute pubblica vi dirà che sì, bisogna comunque lavarsi le mani», si legge nell’articolo. «Inoltre, siamo onesti: è disgustoso andare in bagno e poi non lavarsi, a prescindere dal COVID-19».

La pandemia ha dimostrato che la trasmissione del coronavirus attraverso le superfici contaminate ha un ruolo molto minore, spiega l’articolo, mentre la trasmissione per via aerea è molto più importante di quanto si pensasse all’inizio. Probabilmente lo stesso vale per altri patogeni respiratori, come l’influenza e i coronavirus che causano il comune raffreddore.

In generale, il grosso limite degli studi che sostengono l’importanza delle superfici contaminate nella trasmissione del virus sono esperimenti di laboratorio che misurano quanto a lungo un virus può sopravvivere su una superficie. Molti di essi hanno utilizzato quantità improbabili di virus o hanno misurato solo la presenza del materiale genetico del virus, non se fosse ancora infettivo. Il modello, per quanto accurato, non era adattabile a condizioni di vita reale.

Secondo alcuni degli esperti sentiti dall’Atlantic, la trasmissione degli agenti patogeni respiratori attraverso le superfici è “trascurabile”: probabilmente rappresenta meno dello 0,01 per cento di tutte le infezioni. Se questo fosse corretto, significherebbe che la possibilità di contrarre l’influenza o il raffreddore toccando qualcosa nel corso della vita quotidiana è praticamente inesistente.

Allo stesso modo, i ricercatori hanno sottolineato che è importante evitare di pensare in modo binario alla questione: tutte le modalità di trasmissione sono possibili, e la probabilità di trasmissione di una o dell’altra dipende molto dall’ambiente in cui ci si trova. La trasmissione attraverso superfici può essere trascurabile in un negozio di alimentari, prosegue l’articolo, ma ciò non significa che lo sia in un asilo nido, dove i bambini mettono le mani dappertutto, starnutiscono e si infilano oggetti in bocca. Di conseguenza alcune strategie di prevenzione molto efficaci in un certo contesto potrebbero non esserlo in un altro: disinfettare spesso i banchi di un’aula di scuola materna può avere molto senso, farlo con la scrivania del proprio spazio privato molto meno.

Molte delle vistose disinfezioni che si facevano all’inizio della pandemia erano eccessive, ma alcuni esperti ritengono che poi si sia esagerato nella direzione opposta, smettendo di attuare alcuni comportamenti utili. A prescindere dal contesto, gli esperti concordano sul fatto che questi accorgimenti restano importanti per affrontare gli agenti patogeni non respiratori.

In generale, gli scienziati richiamano alla coerenza: non c’è nulla di male nell’adottare delle precauzioni per prevenire la trasmissione via superfici, purché non sia a scapito degli sforzi per bloccare la trasmissione per via aerea. «Se vi lavate le mani una volta in più – conclude l’articolo – allora dovreste anche indossare correttamente una mascherina FFP2 negli ambienti chiusi e affollati. Se ci si preoccupa delle superfici, allo stesso modo ci si dovrebbe preoccupare dell’aria».

(Foto di Mélissa Jeanty su Unsplash)

Può funzionare ancora meglio

Il sistema trasfusionale italiano funziona grazie alle persone che ogni giorno scelgono di donare sangue, per il benessere di tutti. Vuoi essere una di quelle persone?

Si comincia da qui