Da tempo sempre più amanti della bicicletta decidono di muoversi su sentieri sterrati piuttosto che sulle strade. Le motivazioni possono essere diverse: dalla possibilità di immergersi più in profondità in ambienti e paesaggi naturali (ma senza arrivare alle difficoltà e i rischi della mountain bike) al fatto che stare lontani dalle auto è decisamente più sicuro.
Questo stile ciclistico si chiama gravel, e per praticarlo nel migliore dei modi sono nate delle biciclette specifiche, caratterizzate da un cambio e una geometria simili a quelli delle bici da strada e da pneumatici più larghi e scolpiti, simili a quelli delle mountain bike. Pur non avendo le forcelle ammortizzate e gli ammortizzatori posteriori delle mountain bike, le gravel bike consentono di attraversare sentieri fangosi, strade sterrate e sentieri di ghiaia.
Il Washington Post ha messo in fila alcuni consigli su chi voglia avvicinarsi a questa pratica, facendosi consigliare da diversi esperti. Vediamoli in sintesi.
Dove andare
Il primo consiglio a chi non ha mai fatto bicicletta gravel è di iniziare con un percorso breve e di fermarsi nel caso in cui ci si trovi in una situazione di difficoltà, per esempio se il sentiero diventa più difficile del previsto.
È importante, nella pianificazione del percorso, fare attenzione alla superficie su cui si pedala. Ghiaia (gravel in inglese) è un termine che comprende una varietà di superfici, tra cui ghiaia di ogni dimensione e consistenza, selciato, strade boschive, strade tagliafuoco, sentieri per mountain bike e sterrato.
Poiché i percorsi di ghiaia non sono necessariamente etichettati come tali, parlare con altri ciclisti è il modo migliore per ottenere informazioni accurate sul terreno, sulla chiusura delle strade e sui potenziali pericoli. Ci sono diversi gruppi Facebook per la condivisione di suggerimenti, oppure si possono chiedere informationi al negozio di biciclette locale. Ci sono anche risorse online come Gravelmap o Wikiloc.
Pressione degli pneumatici
Sebbene sia necessario gonfiare sempre gli pneumatici prima di un’uscita, è difficile stabilire quanto. La pressione raccomandata impressa sul fianco di ogni pneumatico è una linea guida approssimativa. Ma, secondo gli esperti, molto dipende dal peso corporeo, dal luogo in cui si pedala e dalla larghezza dello pneumatico. In generale, la maggior parte delle persone guida con una pressione eccessiva, mentre una pressione più bassa offre una maggiore trazione sui terreni accidentati.
Cosa portare
Come quando si va in strada o in mountain bike, il consiglio è di portare almeno gli strumenti per cambiare una gomma bucata. «Tutti i ciclisti dovrebbero avere una chiave per pneumatici e un paio di bombolette di gas o una pompa, ma altri strumenti indispensabili dipendono dal tipo di pneumatici – si legge sul Washington Post –. Se si utilizzano pneumatici tubeless (senza camera d’aria), è necessario un piccolo flacone di sigillante, un dispositivo di rimozione della valvola (necessario per creare un’apertura in cui inserire il sigillante) e i dynaplug, che tappano le forature e gonfiano gli pneumatici».
L’articolo suggerisce di portare con sé anche due camere d’aria di scorta, in caso di foratura grave, oltre a un utensile multiuso per i problemi meccanici.
Precauzioni per la sicurezza
Per le gite in luoghi più remoti, è consigliato portare con sé cibo e acqua in abbondanza, oltre a telefoni, dispositivi GPS e un dispositivo di comunicazione satellitare. Ci sono alcune app che offrono mappe senza bisogno di connessione a internet, come Avenza Maps. Fanali posteriore e anteriore possono essere utili nel caso in cui si vada oltre l’orario di luce naturale.
Strati extra di vestiti sono utili in caso di tempo imprevisto o di emergenze. Per le calzature, meglio essere attrezzati come se si andasse in montagna, perchè la bicicletta gravel comporta fermarsi, scendere, camminare e attraversare eventuali ostacoli.
Sullo “stile” dei vestiti, il consiglio è di evitare capi che diano un’aria troppo “cittadina”. Può capitare di dover comunicare con allevatori e agricoltori nel corso dell’esplorazione. Come racconta una delle persone intervistate dal Post: «Se sono vestito al cento per cento di lycra aderente e attillata e mi avvicino a un allevatore per dirgli: “Salve, avrei bisogno di informazioni”, le cose iniziano nel modo sbagliato».
(Foto di Viktor Bystrov su Unsplash)
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