Abituati come siamo al linguaggio pubblicitario che ogni giorno ci spinge verso luoghi comuni quali «vivere oltre il limite», da alcuni giorni (per la precisione dal 20 agosto) possiamo tutti fregiarci di essere in tale condizione. Peccato però che il limite superato sia quello del consumo sostenibile delle risorse terrestri da parte dell’uomo. In quella data cadeva infatti l’Earth Overshoot Day, in cui l’umanità ha passato la soglia di sfruttamento del pianeta. Tutto ciò che consumeremo da qui in poi sarà nella parte rossa del bilancio della Terra, e quest’ultima non sarà in grado di restituircelo l’anno prossimo. Mancando ancora più di quattro mesi alla fine dell’anno, se si trattasse di un’azienda non ci si penserebbe su due volte prima di abbassare la saracinesca e dichiarare bancarotta.

Si tratta di stime realizzate dal Global Footprint Network, che si occupa per l’appunto di misurare l’impronta dei consumi dell’uomo sul pianeta. Nel tempo sono cambiati i parametri e i criteri di calcolo, causando spostamenti in avanti o indietro di questa data simbolica. Ma al di là di tutto, a non cambiare è stata la tendenza alla contrazione del periodo dell’anno in cui ciò che l’uomo sfrutta è compensato da ciò che la Terra restituisce. «Proprio come la metodologia del Global Footprint Network cambia –spiega il Network-, così anche le proiezioni continuano a cambiare. Ma ciascun modello scientifico utilizzato per misurare la domanda dell’umanità e la capacità di fornire servizi da parte della natura mostra un analogo trend: siamo oltre il nostro budget ed il debito si sta ingrandendo. È un debito ecologico e l’interesse che stiamo pagando su questo crescente debito -scarsità di cibo, erosione del suolo, e l’accumulo di CO2 nella nostra atmosfera- avrà costi monetari e umani». Nella nota diffusa dal Network ci sono vari esempi per capire l’ordine di grandezza del problema: «La nostra domanda di risorse rinnovabili e di servizi ecologici che questi possono produrre è al momento equivalente a quella di 1,5 pianeti Terra. I dati ci mostrano che siamo sulla buona strada per aver bisogno di più di due pianeti per la metà del secolo».

Si può credere o meno a studi di questo tipo, non è sempre facile prendere posizione non avendo in mano dati scientifici precisi e le competenze per interpretarli. In ogni caso resta da capire perché ci sono Paesi, come quelli scandinavi, dove l’efficienza energetica è totale e dai rifiuti si riesce a ottenere il calore necessario al riscaldamento delle abitazioni (saranno anche poco popolati, ma da quelle parti i riscaldamenti restano accesi tutto l’anno, noi li teniamo accesi 6/7 mesi all’anno in media), mentre qui da noi continuiamo a essere dipendenti dall’estero per l’81 per cento del fabbisogno energetico. Appunti da aggiungere al taccuino delle vacanze dei nostri politici. Infine, tornando al linguaggio pubblicitario, aggiungiamo che se è questo il limite da oltrepassare, a noi piacerebbe tanto stare al di qua.