Entro la fine dell’anno, l’Italia potrebbe trovarsi con un primato inatteso, quanto promettente. Secondo le stime diffuse nel corso del convegno organizzato dal Gifi (Gruppo imprese fotovoltaiche italiane) tenutosi a Pv Rome Mediterranean, il salone internazionale delle tecnologie fotovoltaiche per il Mediterraneo che si svolge nell’ambito di ZeroEmission Rome, il volume di installazioni fotovoltaiche nel nostro Paese raggiungerà, con 300mila impianti, i 12 GW entro il 2011. Cifra che ci porterebbe al primo posto al mondo come potenza installata. E la tendenza parrebbe destinata a proseguire, con una crescita prevista di 2,7 GW nel 2012 e 2,6 nel 2013. Interessante il paragone con il reattore nucleare in fase di costruzione in Finlandia, a Olkiluoto, che «con una potenza di 1.600 MW, una volta ultimato sarà grado di produrre circa 9,6 GWh di elettricità l’anno, mentre la capacità produttiva del solare italiano può arrivare a circa 13,2 GWh».

Secondo Valerio Natalizia, presidente del Gifi, ciò che serve per non arrestare la crescita è una stabilità normativa: «Dall’agosto del 2010 all’agosto del 2011 ci sono stati ben sei interventi normativi che hanno modificato le regole del sistema e ciò sicuramente non favorisce gli investimenti e l’ingresso nel mercato di grandi gruppi industriali. Inoltre -ha continuato- riteniamo ormai indispensabile semplificare e omogeneizzare le procedure autorizzative. Infine, il potenziamento delle infrastrutture di trasmissione dell’energia e spingere sulla creazione delle reti intelligenti per la gestione ottimale dell’energia prodotta dalle fonti rinnovabili. Altro comparto, quest’ultimo, dove le imprese italiane possono avvantaggiarsi e diventare esportatori di know how e di tecnologie nel resto d’Europa». Peraltro il primato (o almeno la sua previsione) arriva proprio a seguito dell’entrata in vigore, lo scorso maggio, del quarto Conto energia (ne abbiamo parlato in quel periodo), che, anche secondo Natalizia, ha comportato una «sostanziale riduzione delle tariffe incentivanti».

In generale, sembra mancare una una visione strategica di lungo termine sulle rinnovabili. Secondo Vittorio Chiesa, dell’Energy strategy group del Politecnico di Milano, il fotovoltaico «al 2016 potrebbe già pesare per il 10 per cento del mix elettrico, ma manca un piano energetico nazionale» per lo sviluppo armonico delle varie fonti. Ma c’è chi invece sostiene che la ricerca di competitività, delle rinnovabili rispetto alle altre fonti ma anche delle imprese italiane del settore rispetto ai concorrenti esteri, sia prerogativa del mercato: «La reale sfida dell’industria fotovoltaica -ha detto Gianni Silvestrini, direttore scientifico del Kyoto Club- è arrivare al punto -in Italia si dice che sarà nel 2017- in cui non ci sarà più bisogno di incentivi». Sarà interessante seguire gli sviluppi dei prossimi mesi, per capire quanto queste previsioni siano realistiche e quanto il nostro Paese si dimostrerà pronto a fare passi importanti verso lo sviluppo delle rinnovabili.