Aggiornamento: la campagna, anche quest’anno, ha funzionato: l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato i dati del 5 per mille relativi al 2014.

Anche quest’anno, come nel 2015, per ottenere un atto dovuto è necessaria una mobilitazione generale. L’Agenzia delle entrate non ha infatti ancora comunicato i dati relativi alle dichiarazioni del 5 per mille del 2014 (relative ai redditi del 2013). Per fare un parallelo che rende ancora più odioso l’inspiegabile ritardo, basti dire che il 2 per mille ai partiti politici (che muove cifre molto meno importanti, a riprova di quanto maggiore sia la fiducia degli italiani nel non profit rispetto ai partiti) viene erogato in maniera quasi immediata.

Per la politica le liste si conoscono già a settembre dell’anno stesso della dichiarazione, e i soldi arrivano a dicembre, senza stare ad attendere le ulteriori scadenze per la compilazione concesse ai ritardatari. È andata così sia nel 2014, sia nel 2015: già a fine dicembre 2014 l’Espresso era in grado di scrivere che in quello stesso anno solo 16mila persone avevano scelto di compilare la casella relativa al 2 per mille, il che aveva prodotto un totale di 400mila euro. Non è stato dunque esagerato parlare di “flop” da parte del settimanale. Al di là di questo, non si capisce come mai per conoscere questa cifra siano bastati pochi istanti, mentre per il non profit le attese siano così lunghe.

Da quel dicembre 2014 sono passati 16 mesi e ancora non è dato sapere quali sono state le scelte degli italiani e quanti soldi saranno versati agli enti che si sono iscritti alle liste. Il che non coincide, si badi, con il momento del versamento dei fondi. Per quello bisognerà aspettare ottobre. Anche qui una grande disparità di “urgenza” tra l’immediatezza del 2 per mille (tre mesi dopo la pubblicazione delle liste, i soldi vengono erogati) e i tempi biblici a cui ci ha ormai abituati il 5 per mille (tra i 5 e i 7 mesi di attesa). Superata dunque con successo la battaglia per renderlo una misura stabile e non, com’era fino a poco tempo fa, una norma da riconfermare ogni anno a discrezione del governo, ora ci troviamo a combatterne un’altra, affinché modalità e tempistiche siano sensate (e certe).

Come l’anno scorso, enti e sostenitori del non profit hanno scatenato una campagna su Twitter, lanciando l’hashtag #fuorileliste, per indurre l’Agenzia delle entrate a effettuare i pochi clic necessari a produrre i calcoli e ottenere finalmente le tabelle. Oggi siamo all’8 aprile e siamo dunque a ridosso della data in cui vennero pubblicati i dati nel 2014. L’anno scorso si è invece raggiunto il record assoluto di ritardo: 14 maggio 2015. Speriamo davvero che la mobilitazione e la risonanza che una parte della stampa sta dando alla questione contribuisca a sbloccare i pesanti meccanismi della burocrazia.

Ciò che forse non è chiaro alla pubblica amministrazione è che il 5 per mille è diventato un istituto fondamentale per la vita del non profit. È una risorsa molto importante per le associazioni – tra cui la nostra – che con questi fondi sono riuscite negli anni a fare investimenti necessari a espandere o comunque proseguire la propria opera di rilevanza sociale.

È per questo che cogliamo l’occasione per ricordarvi che, anche nella compilazione della dichiarazione dei redditi di quest’anno, vi chiediamo di darci il vostro supporto inserendo i dati di Avis Legnano (trovate qui tutte le informazioni). Fa impressione pensare che le scelte che farete oggi daranno luogo a effettivi versamenti da parte dello Stato solo alla fine del 2017. Ma proprio perché i tempi sono lunghi, meglio pensarci subito. Sempre augurandoci che le cose, a furia di social bombing, articoli e post (come questo) possano cambiare da qui ai prossimi anni.