In questi giorni sono in partenza dall’Italia per la Striscia di Gaza 500 mila unità di plasmaderivati salvavita, che serviranno a curare persone con malattie del sangue che da ottobre 2023 non hanno più accesso alle terapie specifiche.
Una nota del Centro nazionale sangue (CNS) specifica che l’emocomponente in questione è il Fattore VIII della coagulazione e che le unità sono state donate dalla Regione Emilia-Romagna. L’operazione è stata coordinata dal CNS assieme al ponte aereo umanitario UE (EU HAB), in accordo con la Mezzaluna Rossa Egiziana e Palestinese.
«I medicinali plasmaderivati messi a disposizione attraverso invii umanitari – precisa il CNS – eccedono il fabbisogno nazionale e provengono dalla lavorazione del plasma donato da donatori italiani volontari e non remunerati».
Com’è noto, da mesi ormai la situazione della popolazione civile è drammatica. L’80 per cento della popolazione ha dovuto lasciare le proprie case, gli ospedali sono praticamente fermi per mancanza di carburante, ma anche cibo e acqua sono risorse molto scarse. In questo contesto, le persone più fragili sono le prime a subire le conseguenze dello stato di cose. «L’attuale situazione di emergenza e crisi umanitaria – scrive il CNS – è stata fortemente denunciata negli ultimi mesi dalle Associazioni di pazienti e dal Ministero della Salute Palestinese (PMoH), che dallo scoppio delle ostilità hanno richiesto più volte alla Comunità Internazionale l’invio di questi farmaci salvavita e l’istituzione di corridoi umanitari. All’appello si sono uniti nei giorni scorsi anche FedEmo (Federazione delle Associazioni Emofilici Italiani) e la Fondazione EMO».
L’invio dei farmaci plasmaderivati si inserisce nel progetto Haemo_PAL, coordinato dal Centro Nazionale Sangue e dall’Istituto Superiore di Sanità. Esso prevede azioni quali «la definizione di protocolli diagnostico-terapeutici; l’implementazione di una cartella elettronica per la gestione clinica delle patologie; l’istituzione di un registro nazionale delle malattie ematologiche congenite la formazione per i medici specialisti palestinesi e, non ultimo, l’invio periodico farmaci plasmaderivati forniti dalle Regioni partner Emilia-Romagna, Marche, Toscana e Umbria».
Come si diceva, la consegna sarà possibile grazie al ponte aereo umanitario dell’UE, l’iniziativa messa in piedi dall’Unione europea durante la pandemia di Covid-19 per consegnare farmaci in contesti difficili durante il blocco dei trasporti. Il servizio è poi rimasto operativo in maniera non continuativa ma sulla base di esigenze specifiche, come quella che si sta verificando ora nella Striscia di Gaza. Nel 2023 l’EU HAB ha effettuato 24 voli, trasportando 1.476 tonnellate di aiuti umanitari. I costi dei voli sono interamente coperti dalla Commissione Europea, mentre sono i soggetti coinvolti nell’invio degli aiuti a fornire i prodotti (o le persone, nel caso di carenza di personale sanitario) da trasportare.
Questa iniziativa si inserisce in un quadro più ampio di interesse della cooperazione italiana sui livelli di assistenza sanitaria dei pazienti ematologici palestinesi. Una volta valutato l’esito di questo primo invio, sarà possibile programmarne altri, in modo da rispondere in maniera più precisa ed efficiente alle esigenze e priorità specifiche di questa fascia di popolazione.
(Foto di Mohammed Ibrahim su Unsplash)
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