Il 3 novembre è stato presentato al Senato il “Libro nero sul welfare italiano”, ovvero “Come il Governo italiano -con le manovre economico-finanziarie e la legge delega fiscale e assistenziale- sta distruggendo le politiche sociali e azzerando la spesa per i diritti”. Il documento (che si può scaricare cliccando qui) raccoglie i numeri di ciò che resta dello stato sociale in Italia, letteralmente massacrato dal 2001 a oggi (e in proiezione almeno anche nei prossimi due anni).
Per dare un’idea, il totale degli stanziamenti complessivi dei fondi sociale parte da 1.115 milioni di euro del 2001, precipita in caduta libera a 601 nel 2004, per poi riprendersi e toccare soglia 1.594 nel 2007; a seguire un’irrefrenabile discesa, fino allo schianto del 2011, in cui, secondo le attuali disposizioni della legge di stabilità termineremo l’anno con appena 339 milioni di euro, che scenderanno a 144 nel 2013. «Annichilire le politiche sociali in Italia -come sta facendo il Governo da tempo- non ci farà uscire dalla crisi, ma aggraverà la situazione della nostra economia», hanno dichiarato il presidente della Fish Pietro Barbieri, responsabile anche della campagna I diritti alzano la voce, e Giulio Marcon, portavoce della campagna Sbilanciamoci!, in occasione della presentazione del libro.
Il giudizio sull’operato dell’esecutivo è decisamente negativo: «I provvedimenti adottati -si legge ancora sul sito della Fish- sono stati socialmente iniqui, colpendo le classi a basso e medio reddito e non toccando i privilegi e le ricchezze, puramente di facciata per quanto riguarda il rilancio dell’economia, pesantissimi nel campo delle politiche sociali, lasciando così il Paese ancora più indifeso ed esposto alla crisi». Non solo un documento di denuncia quello presentato, che infatti contiene proposte e idee concrete per uscire dall’impasse e tornare a dare il giusto supporto alle categorie svantaggiate.
«Aumentare la dotazione dei fondi nazionali per le politiche sociali; introdurre il reddito minimo di inserimento (2 miliardi di euro); stanziare un miliardo di euro per l’avvio di almeno 3mila asili nido nel 2012; istituire un fondo di 800 milioni di euro per garantire un’indennità di disoccupazione ai lavoratori precari; prevedere uno stanziamento di 200 milioni per il sostegno sociale all’affitto per i meno abbienti e di 300 milioni aggiuntivi per il canone agevolato; alzare dai 113 milioni di euro del 2011 (erano 266 nel 2008) a 300 milioni lo stanziamento per il servizio civile, permettendo così a 50mila giovani di poter fare quest’esperienza. Queste e altre proposte andranno finanziate attraverso una tassa patrimoniale, una revisione della tassazione sulle rendite finanziarie, il ritiro delle nostre truppe dall’Afghanistan, la rinuncia al programma di produzione di 131 cacciabombardieri F-35, la chiusura dei Centri di identificazione ed espulsione (113 milioni da destinare all’integrazione dei migranti), la revisione delle convenzioni con le strutture sanitarie private».
L’affondo finale di Barbieri e Marcon non lascia scampo: «Il Governo ha fallito. Siamo convinti che questa crisi può essere un’occasione straordinaria per rivedere i nostri modelli economici e culturali e modificare gli stili di vita, mettendo finalmente da parte le teorie che hanno causato il disastro in cui siamo oggi».