Nei mesi estivi, i titolisti di alcuni quotidiani hanno dovuto fare a gara tra loro al fine di trovare soluzioni iperboliche per far passare il messaggio che, finalmente, era arrivato il tanto atteso momento dei tagli dei costi della politica. Via via questi sono stati definiti «colossali», «di dimensioni epocali», «decisivi». Ben presto ci si è resi conto che, come si suol dire, la montagna aveva partorito un topolino. Tutte le proposte di legge annunciate subivano di giorno in giorno un ridimensionamento, una piccola smentita, una smussata agli spigoli più pericolosi. La dura realtà è che, finora, l’unico vero esempio di impegno in questo senso è arrivato da una regione, l’Emilia-Romagna. Alla fine dello scorso anno, infatti, il Consiglio regionale ha votato all’unanimità una legge voluta e proposta dal suo stesso presidente, Matteo Richetti, che prevede una riduzione del 10 per cento delle indennità dei consiglieri e cancella l’assegnazione dei vitalizi. Il primo provvedimento è entrato in vigore dal primo gennaio di quest’anno, mentre il secondo avrà effetto a partire dalla prossima legislatura. Checché ne dicano coloro che avrebbero voluto dare attuazione immediata anche al secondo punto (ma la legge lo impedisce), l’Emilia-Romagna, che già poteva “vantare” i consiglieri con gli stipendi più bassi d’Italia, resta tuttora la prima regione ad aver fatto un passo concreto verso una riduzione dei privilegi della “casta”. E i numeri lo confermano. «Ammonta a 1,8 milioni di euro –secondo Adnkronos– il risparmio rispetto al 2010 che l’assemblea legislativa dell’Emilia Romagna ha inserito nel bilancio di previsione 2011. Si tratta di una sforbiciata alle indennità di funzione (-138.998 euro) e di carica (-456.444 euro), alla diaria e ai rimborsi (-80mila euro) dei consiglieri regionali, al personale (-855mila euro), ai contributi per i gruppi (-125.500 euro), alle spese di rappresentanza (-93.900 euro) e al servizio automobilistico (-50mila euro). Il presidente dell’aula di Viale Aldo Moro Matteo Richetti, che ha rinunciato all’auto blu e ha voluto fortemente la legge regionale che cancella i vitalizi agli ex consiglieri a partire dalla prossima legislatura, è stato infatti anche insignito del premio “Forbici d’oro”».
Fa quasi sorridere pensare che nel nostro Paese ci sia bisogno di istituire un premio del genere. Di solito i riconoscimenti si assegnano a chi aggiunge qualcosa all’esistente, sia esso un’opera d’arte, una teoria matematica o un primato sportivo. L’Italia è arrivata al punto di dover premiare chi toglie, chi cancella in modo razionale spese e privilegi che negli anni sono si sono accumulati nei bilanci pubblici senza logica, e soprattutto senza pensare al futuro del Paese e di chi lo avrebbe abitato. Non sono mancate, nel corso dei mesi, le discussioni all’interno di altri Consigli regionali in merito al come tagliare, cosa e quanto. Ci stanno provando Abruzzo, Calabria e Sardegna, ma allo stato attuale nessuna norma è ancora giunta indenne al voto finale.
A livello nazionale, come si diceva in apertura, l’esempio è tutt’altro che positivo. Un articolo di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, sul Corriere del 9 settembre, fa il punto su tutte le promesse non mantenute da Governo e Parlamento su questo tema. In particolare, in merito ai vitalizi, si legge che «Nella prima bozza della manovra di luglio si diceva che dopo la scadenza dell’incarico nessun “titolare di incarichi pubblici, anche elettivi, può continuare a fruire di benefici come pensioni, vitalizi, auto di servizio, locali per ufficio, telefoni, etc…”. Nel testo approvato, sorpresa sorpresa, è sparito ogni riferimento a “pensioni e vitalizi”». Ed è solo un piccolo stralcio, vi invitiamo a leggere il resto per scoprire, voce per voce, ciò che è stato annunciato e ciò che è sparito dalle norme proposte durante l’estate.
speriamo che sia d’esempio per le altre regioni….. lombardia in primis…
Non solo per la Lombardia, deve essere d’esempio per tutta la Nazione