Il 12 giugno Mahmoud ElAwadi, musulmano di 36 anni, emigrato dall’Egitto agli Stati Uniti, si è messo in coda assieme a centinaia di altre persone per poter donare il proprio sangue a Orlando, in Florida. Poche ore prima, un attentatore faceva irruzione in un locale gay, uccidendo 49 persone e ferendone 53. Pubblichiamo il post di ElAwadi (e la traduzione che ne ha fatto lo Huffington Post) perché pensiamo sia il modo migliore per celebrare la Giornata mondiale del donatore di sangue, che ricorreva ieri, e per esprimere il nostro dolore per le vittime della strage. Le pubblicazioni su ZeroNegativo riprenderanno nei prossimi giorni.

– Sì, il mio nome è Mahmoud, un orgoglioso musulmano americano

– Sì, ho donato il sangue nonostante io non possa mangiare né bere a causa del Ramadan, come lo hanno donato centinaia di altri musulmani qui ad Orlando

– Sì, sono arrabbiato per ciò che è successo l’altra notte e per tutte le vite innocenti che abbiamo perso

– Sì, sono triste, frustrato e furioso per il fatto che un pazzo proclamatosi musulmano abbia fatto questo atto vergognoso

– Sì, sono stato testimone della grandezza di questo Paese, dal momento che ho visto centinaia di persone stare in piedi sotto al sole ad aspettare il loro turno per donare il sangue, dopo che era stato detto loro che c’erano almeno 5-7 ore di attesa

– Sì, questa è la nazione più grande sulla Terra: ho visto persone di ogni età, inclusi i bambini, distribuire volontariamente acqua, succhi di frutta, ombrelli, creme solari. Ho anche visto i nostri anziani veterani andare a donare il sangue e, insieme a loro, donne musulmane con il hijab portare cibo e acqua ai donatori in fila

– Sì, possiamo rimanere uniti e prendere posizione contro l’odio, il terrorismo, l’estremismo e il razzismo

– Sì, il nostro sangue ha lo stesso aspetto quindi uscite fuori e donate perché i nostri concittadini americani sono feriti e ne hanno bisogno

– Sì, la nostra comunità nella Florida centrale ha il cuore spezzato ma mettiamo i nostri colori, le nostre religioni, etnie, i nostri orientamenti sessuali, le nostre idee politiche in disparte e uniamoci contro chi ha provato a ferirci

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