Mentre in Italia si toglie la parola ai cittadini in tema di nucleare, salvo poi specificare che comunque resta il futuro, altrove qualcuno ha già superato l’ormai logora diatriba sull’atomo e sta pensando ad altro. Siamo in Germania, e la via d’uscita si chiama efficienza. Non nuove centrali, né nuovi parchi eolici, né enormi distese di pannelli fotovoltaici. Bensì, un uso più accorto dell’energia che già si produce. L’idea nasce da uno studio effettuato dall’istituto Wuppertal per conto della Deneff, un’associazione di imprenditori attivi nel settore del risparmio energetico. Secondo quanto riporta il settimanale Vita del 29 aprile, «Impiegando ad esempio nuove pompe industriali o sistemi più intelligenti di illuminazione si potrebbe risparmiare tanta energia quanto quella prodotta da circa dieci centrali nucleari, cioè 68,3 TWh. […] Le misure, riassunte in dieci punti, costerebbero 11,8 miliardi di euro l’anno, ma permetterebbero di risparmiarne 19,3 e potrebbero creare da 260mila a 500mila posti di lavoro».

Interessanti, in questo senso, iniziative quali la European citizens climate cup, la competizione che invita le famiglie europee a sfidarsi a suon di anidride carbonica risparmiata. Il progetto è finanziato dalla Commissione europea e ha lo scopo di sensibilizzare i cittadini verso il problema degli sprechi: «Secondo le stime l’energia sprecata dalle abitazioni private ogni anno è pari a quella prodotta da 7 centrali nucleari da 730 megawatt, senza contare che l’80% delle emissioni di CO2 è generato dal consumo energetico quotidiano» (fonte: Ecoblog). Peraltro, com’è ovvio, ai cittadini italiani il risparmio energetico piace, anche perché è la miglior cura per sgonfiare le bollette. Ed è un’opportunità di business per gli operatori del settore, che infatti si ritroveranno al Clima expo, la tre giorni che si svolgerà a Roma dal 10 al 12 novembre e che sarà occasione di incontro tra questi e i possibili utenti. Ma al di là delle iniziative spot, è la politica a dover sostenere interventi volti all’efficienza e al sostegno alle rinnovabili: «Probabilmente non sarà possibile affidarsi solo a incentivi di mercato», ha spiegato Klaus Töpfer, presidente della Commissione etica voluta da Angela Merkel per discutere del nucleare in Germania. Per il momento il governo tedesco ha previsto nel suo piano in sei punti di aumentare i fondi pubblici per il risanamento energetico degli edifici da 450 milioni previsti per il 2011 a due miliardi.

In Italia, quando ci sono da fare passi avanti, andiamo sempre cauti, così il quarto Conto energia approvato a inizio maggio è stato accolto da reazioni molto diverse tra loro. Testate di settore, pur riconoscendo che ci sono degli aspetti positivi, vi leggono un taglio del 30 per cento degli incentivi al fotovoltaico, mentre secondo Assosolare, l’associazione nazionale dell’industria fotovoltaica, il nuovo provvedimento va a delineare un panorama oligopolistico dei produttori, dopo aver agevolato la nascita di una miriade di piccoli produttori in concorrenza tra loro col precedente Conto. Insomma, siamo timidi nel lancio delle rinnovabili, quanto determinati nel rilancio del nucleare. Nel frattempo, continuiamo ad acquistare l’80 per cento dell’energia dall’estero.