Le RSA (residenze sanitarie assistenziali) sono state tra i luoghi in cui la pandemia di Covid-19 ha avuto gli effetti più nefasti. Uno studio ha ricostruito e analizzato quei fatti, per risalire a cosa ha determinato una situazione così drammatica. Il commento dell’autore su Welforum.it.

Ringrazio Welforum.it per aver dato un ampio spazio al mio studio sulla “strage nascosta” e i tre autori che hanno commentato lo studio con grande passione e competenza. Tornare a parlare di fatti che hanno arrecato tante sofferenze non è mai facile, e quindi il ringraziamento è ancora più sentito e si estende anche a chi ha trovato l’energia e l’interesse per leggere i diversi commenti. Peraltro, l’intento non è tanto commemorare (anche se una buona memoria collettiva di fatti simili svolgerebbe una importante funzione civile), quanto apprendere, per prevenire altri fatti dello stesso tipo e migliorare il sistema.

Lo studio sulla “strage nascosta” considera la pandemia come uno stress test per le RSA, un evento traumatico che ha consentito di evidenziare i punti di forza e di debolezza del sistema. È su questi aspetti che intervengo di nuovo per puntualizzare alcuni aspetti a valle dei commenti ricevuti.

Il primo punto riguarda la posizione del nostro paese rispetto agli altri paesi europei. Certamente i dati sull’impatto della pandemia in termini di mortalità sono lontani dall’essere precisi: troppe le incongruenze soprattutto nei primi mesi, troppo ampia la variabilità dei sistemi di vigilanza e di raccolta delle informazioni, nonché delle metodologie adottate per diagnosticare il Covid-19. Pur con qualche incertezza, tuttavia alcuni dati sono ora, a distanza di quattro anni dall’inizio della pandemia, abbastanza consolidati. Esistono repertori statistici internazionali che raccolgono e standardizzano i dati sulla mortalità da Covid-19, sia sulla popolazione complessiva che su quella delle residenze. Sono state elaborate tecniche diverse di interpretazione dei dati per tenere conto delle principali incertezze statistiche. Alla fine, il metodo consolidato dagli esperti si basa sulle “morti in eccesso”: quanti decessi sono avvenuti in una data popolazione durante la pandemia, rispetto alla media dei cinque anni precedenti. I 15.000 morti da Covid-19 dei primi due mesi (marzo e aprile 2020) sono stimati in questo modo. Se teniamo conto dell’intero 2020, i decessi in eccesso nelle RSA sono 24.000, un quarto di tutti i morti da Covid-19 (per cause dirette o indirette) del nostro paese. Espressi da una popolazione di ricoverati che comprende meno del 2% degli anziani over 65. Come non vedere l’entità del disastro?

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(Foto di rawpixel.com su Freepik)

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