Pubblichiamo il comunicato stampa che presenta il festival letterario Babel, che si svolge a Bellinzona da oggi al 18 settembre. In un momento in cui il conflitto israelo-palestinese non ha particolare risalto tra i titoli di giornali e tiggì, la kermesse prova a gettare una luce sulla produzione culturale palestinese, provando ad andare oltre i confini politici che bombe e razzi da decenni non riescono a definire.

Nel 2011 la ricerca del festival Babel sulle identità divise, le province degli imperi e le lingue salvate tocca un limite estremo: ospite del festival è la Palestina. Babel invita scrittori cisgiordani, di Gaza, palestinesi di Israele e della diaspora, che scrivono in inglese, in arabo e in francese. In questa sua sesta edizione Babel ospita le lingue e le culture frammentate e sparse che, persa la terra delle Scritture, abitano la terra della scrittura. Anche se da oltre mezzo secolo la Palestina è costantemente sotto i riflettori dei media, poco si conosce di quello che creano gli scrittori, gli artisti, i registi e i musicisti palestinesi: la vitalità, la misurata reticenza e lo humour con cui reagiscono alle mutilazioni territoriali, culturali o linguistiche.

Gli autori invitati a pronunciare la «Parola oltre i confini» sono: Izzeldin Abuelaish, candidato al Nobel per la pace 2010, autore del libro-testimonianza Non odierò; Susan Abulhawa, autrice di Ogni mattina a Jenin, recentissimo caso letterario internazionale; Suad Amiry, scrittrice e architetta, dirompente, esilarante e amara; Mourid Bargouti, poeta e narratore, uno dei maggiori scrittori arabi viventi; Mustafa Bargouti, attivista democratico, candidato alla presidenza palestinese nel 2005 e motore di svariati progetti culturali in Palestina; Fatina al-Garra, giovane poeta che ha dovuto lasciare Gaza e cercare rifugio in Belgio, tradotta per la prima volta in italiano da Babel; Jamil Hilal, sociologo, autore di testi fondamentali per comprendere la questione palestinese; Elias Khuri, autore della Porta del sole, l’affresco più coraggioso e complesso della Palestina del secondo Novecento; Adania Shibli, una delle voci più originali e calibrate della giovane letteratura in lingua araba. Inoltre Babel invita, di persona o in collegamento video, Daniel Barenboim, John Berger e Elias Sanbar a evocare la presenza di tre fantasmi, Edward Said, Ghassan Kanafani, Mahmoud Darwish, coloro che hanno posto la Palestina nel cuore del mondo e portato il mondo nel cuore della Palestina.

Il programma «Oltre i confini della parola» riflette la vivacità degli altri linguaggi artistici con una mostra di opere video di giovani artisti palestinesi per artBabel; un concerto della formazione da camera della West Eastern Divan Orchestra, complesso di musicisti arabi e israeliani fondato da Barenboim e Said; per cineBabel, una rassegna cinematografica con film come Fix Me, Route 181, Le temps qui reste, nonché il documentario Arna’s Children di Juliano Mer Khamis, che aprirà il festival il 15 settembre, accompagnato da una tavola rotonda con gli autori in sala. Come ogni anno, continuano a svilupparsi il Settore ricerca, con i laboratori di traduzione letteraria e per il cinema, la Collana Babel e la Biblioteca di Babel, il Settore scuole e la dimensione extraBabel che tocca altre città svizzere e italiane. Per maggiori informazioni sull’edizione 2011 e le edizioni passate di Babel: www.babelfestival.com.