Per chi vive in città, spesso l’alimentazione è più un problema che un piacere. Da sempre gli italiani sono visti nel mondo come grandi amanti dello stare a tavola, sia nell’accezione più ampia di condivisione di uno spazio di intimità e socializzazione, sia perché è risaputo che la nostra cucina propone una varietà ineguagliabile, e la nostra terra (quando coltivata con rispetto) è in grado di regalarci frutta e verdura di ogni tipo e di alta qualità. Tuttavia, le abitudini spesso ci portano a pensare prima di tutto a come riempire il vuoto nel nostro stomaco, dimenticando verità inopinabili (quanto banali ormai), come il fatto che siamo ciò che mangiamo. Fast food, cibi precotti, snack e spuntini a orari improbabili sono abitudini che ci risolvono il problema della fame lì per lì, ma causano più problemi di quelli che risolvono. «Si conosce la teoria di cosa è giusto mangiare ma non la pratica – dichiara Umberto Tirelli, direttore del dipartimento di Oncologia medica dell’Istituto Tumori di Aviano – Obesità, fumo, abuso di alcol e poca attività fisica sono fattori prognostici favorevoli per l’evoluzione di patologie oncologiche già presenti».
Accogliamo con favore quindi l’iniziativa dell’associazione “Buon appetito social club”, di Milano, che si propone di diffondere la pratica della cucina “ri-creativa”. «Il nostro obiettivo è la creazione di uno spazio dove allestire una struttura ideale per permettere di cucinare per sé e per gli altri, in modo però di condividere la propria esperienza in un contesto di aggregazione sociale e contaminazione creativa». “You Cook” sarà il nome dello spazio, che sarà l’isola felice degli amanti della buona cucina, del cibo sano, dell’alimentazione eco-sostenibile, ma anche di un modo di stare insieme che troppo spesso mettiamo in secondo piano in favore di impegni, lavoro, studio -anche a causa dei tanti eventi che si susseguono nella capitale del design, tutti vetrina e poca sostanza. Al contrario, qui, l’evento sarà l’incontro spontaneo e volontario di coloro che vorranno aderire all’iniziativa. Un modo per riappropriarsi di quel pezzo di cultura orale fatto dalle ricette locali, tramandate nelle famiglie nel corso delle generazioni, che in questo contesto potranno conoscere nuova vita, modificarsi secondo i gusti dei partecipanti, ed essere scambiate e diffuse liberamente -almeno su quelle il diritto d’autore non è arrivato, anche se scopriamo dal web che Bruno Vespa dedicò una puntata della sua trasmissione a questo tema nel 2006). E il social club punta in alto, tanto da proporsi come marchio di qualità della cultura alimentare italiana per l’Expo di Milano del 2015. «Lavoriamo perché questo progetto possa nascere a Milano e propagarsi ad altre città, perché una volta tanto un’idea nostrana possa essere presa a modello anche oltre i nostri confini». E se le idee sono queste, mettiamoci subito a tavola. Ehm, al lavoro.
Per inviare la tua adesione al progetto e la domanda di iscrizione all’associazione, totalmente gratuita, basta inviare nome, cognome e indirizzo a info@buonappetitosocialclub.it