Le ultime uscite di Papa Francesco su temi d’attualità sono talmente dirette e inoppugnabili che dovrebbero mettere in imbarazzo molti capi di Stato e in generale tutti coloro che occupano posizioni di potere, negli ambiti più diversi. Speculazione, corruzione, disoccupazione, finanza, per citarne alcuni. Alla sua maniera semplice e diretta, Jorge Mario Bergoglio ha messo in fila una serie di problemi che attendono risposta, sia da parte di chi è tenuto a trovare la via per superarli, sia da chi contribuisce col proprio comportamento ad aggravare situazioni già delicate. Dal sito dell’Ansa: «La speculazione sui prezzi alimentari è uno scandalo che ha gravi conseguenze per l’accesso al cibo dei più poveri. È urgente che i governi di tutto il mondo si impegnino a sviluppare un quadro internazionale in grado di promuovere il mercato dell’investimento ad alto impatto sociale, in modo da contrastare l’economia dell’esclusione e dello scarto». Quella della speculazione sul cibo è una storia che abbiamo cercato di affrontare più volte su ZeroNegativo, scontrandoci anche con la difficoltà di una materia molto complicata per i non addetti ai lavori, in cui il rischio di scrivere inesattezze è molto alto.
In ogni caso, la spiegazione più tecnica di come avviene il processo non rende meno giuste e sensate le parole del Papa: «È dimostrato che con il cibo che avanza potremmo nutrire la gente che ha fame. […] Al centro di qualsiasi sistema economico ci deve essere l’uomo, l’uomo e la donna, e tutto il resto deve essere al servizio di questo uomo. Ma noi abbiamo messo il denaro al centro, il dio denaro. Siamo caduti in un peccato di idolatria, di idolatria del denaro. L’economia è mossa dalla brama di avere di più e, paradossalmente, si alimenta una cultura dello scarto. Si scartano i giovani quando si limita la natalità. Si scartano anche gli anziani perché non servono più, non producono, sono una classe passiva. […] Ma scartiamo un’intera generazione per mantenere un sistema economico che non regge più, un sistema che per sopravvivere deve fare la guerra, come hanno fatto sempre i grandi imperi. Ma, visto che non si può fare la terza guerra mondiale, allora si fanno guerre locali. E questo cosa significa? Che si fabbricano e si vendono armi, e così facendo i bilanci delle economie idolatriche, le grandi economie mondiali che sacrificano l’uomo ai piedi dell’idolo del denaro, ovviamente si sanano. Questo pensiero unico ci toglie la ricchezza della diversità del pensiero e pertanto la ricchezza di un dialogo tra persone».
Nonostante la natura aconfessionale della nostra associazione, non possiamo che notare il peso delle parole di un personaggio così centrale. Questo papa è apprezzato da molti, credenti e non credenti, cattolici e fedeli di altre confessioni, capi di Stato e comuni cittadini. Eppure c’è forse più sforzo in questi ultimi nel conformarsi agli ammonimenti del pontefice e ascoltare i consigli morali contenuti nelle sue omelie, che non in coloro che si trovano tra le mani un potere che potrebbe dare una svolta positiva alla Storia. Finanza e corruzione sono tra i temi su cui torna più spesso Bergoglio, e la cronaca del nostro Paese sembra dare ragione alle sue preoccupazioni. «“La corruzione dei potenti finisce per essere pagata dai poveri, che per l’avidità degli altri restano senza ciò di cui avrebbero bisogno e diritto”. […] “chi paga la corruzione?”. “Non la paga – ha osservato – chi ti porta la tangente. No: questo è ciò che fa l’intermediario”. La corruzione in realtà “la paga il povero. Pagano gli ospedali senza medicine, gli ammalati che non hanno cure, i bambini senza educazione. Sono loro che pagano la corruzione dei grandi. E chi paga la corruzione di un prelato? La pagano i bambini, che non sanno farsi il segno della croce, che non sanno la catechesi, che non sono curati. La pagano gli ammalati che non sono visitati, la pagano i carcerati che non hanno attenzioni spirituali. I poveri pagano. La corruzione viene pagata dai poveri: poveri materiali, poveri spirituali”».