La televisione che per prima ha diffuso le immagini del disastro causato dall’uragano Katrina a New Orleans, sta per essere spenta. Si tratta di Current tv, nata per volontà dell’ex vicepresidente dei Stati Uniti e premio Nobel per la pace Al Gore. La filosofia che sta alla base del progetto è raccontare ciò che succede nel mondo direttamente dagli occhi dei protagonisti, dai quali arriva la maggior parte dei contenuti che fanno il palinsesto. Una “tv podcast” si potrebbe dire, proprio perché basata su “pod”, brevi filmati confezionati dagli spettatori (definizione poco calzante, visto che esclude ogni accezione partecipativa dalla fruizione). Dopo soli due anni il network riceve un Emmy Award come “miglior servizio tv interattivo”, per la capacità di integrare tv e web, creando una community che si informa e sviluppa i temi cari ai suoi componenti, votati soprattutto all’ecologia. L’Italia è stato il primo Paese non anglofono ad aderire al progetto, e dal 2008 su Sky vanno in onda le immagini di Current tv Italia. Un’emittente nuova e atipica per il nostro Paese, e in grado di diffondere contenuti di qualità e non schierati. Nel tempo l’offerta si è evoluta e ora oltre ai video a rotazione ci sono sei ore di riprese live al giorno, appuntamenti tematici fissi, si proiettano lungometraggi (fiction e documentari). Se anche non siete affezionati di questo canale, avrete sentito parlare delle due trasmissioni condotte da Michele Santoro a Bologna, la prima a marzo del 2010, “Raiperunanotte”, l’altra nei giorni scorsi, “Tutti in piedi! Signori, entra il lavoro”, entrambe trasmesse in diretta da Current tv, con grande successo di ascolti.
Una risorsa per un mercato televisivo come quello italiano, ingessato sul duopolio Rai-Mediaset, con La7 ancora in crescita. L’offerta di Sky, nella sua varietà, non prevede altri canali di informazione indipendente di questo livello, e ciò che stupisce maggiormente è che a quanto pare non c’è stata alcuna negoziazione tra il patron di Sky, Rupert Murdoch, e la coppia Al Gore e Joel Hyatt (membro del Partito Democratico e co-fondatore dell’emittente). Current è stata semplicemente stralciata, forse per incompatibilità tra la sua filosofia e quella del network. Ci sono poi varie ipotesi, più o meno cospiratorie, come quella di Tommaso Tessarolo sul Fatto quotidiano. C’è chi paventa la possibilità che lo stesso Santoro sia interessato a rilevare l’emittente e così farsi un suo canale su misura. A farne le spese, in caso di chiusura, oltre agli spettatori-partecipanti, i trenta lavoratori che costituiscono il personale della costola italiana della rete, che rischiano di trovarsi senza un posto di lavoro dal 31 luglio. Sono nati comitati e iniziative per scongiurare la cessazione delle attività. Su nocensura.current.com si trovano i contatti aziendali a cui inviare la propria lettera di protesta, gli step che hanno portato a questo punto, nonché i link per partecipare alla discussione su Facebook e Twitter, ed essere aggiornati sulla vicenda. Come spettatori, speriamo di non dover assistere a un altro pezzettino di informazione indipendente che lascia il mondo dei media dopo sei anni di onorato servizio.
Shame on everybody who wants to turn Current TV off!