Come si esce da questa crisi? La risposta hanno provato a darla 16 illustratori, le cui opere saranno messe in mostra a Milano il 25 ottobre al Toi (Theater of Imagination, Foro Buonaparte 22, inaugurazione alle 19 e fino alle 23, la mostra sarà visitabile anche il 26 e il 27 dalle 12 alle 18). Stufi di aspettare che gli stessi manager che ci hanno portato in questa crisi (o che non hanno saputo prevederla) facciano qualcosa per tirarcene fuori, dalla collaborazione tra Nurant (bimestrale di illustrazione) e la prestigiosa agenzia di comunicazione Leo Burnett nasce l’idea di chiedere che a risolvere le cose siano degli artisti. Improbabile che ci riescano davvero -non in senso pratico almeno- ma l’incontro di queste due importanti realtà del mondo dell’editoria e della comunicazione era un’occasione troppo ghiotta per non provare a ottenere risposte immaginose e fantastiche alla domanda che tutti, in un modo o nell’altro, ci poniamo da tempo.
Il risultato dell’esperimento è un numero speciale della rivista Nurant, dal titolo “Renaissance from a Crisis”, i cui contenuti sono stati realizzati da otto illustratori dell’agenzia e otto professionisti contattati direttamente dalla redazione del giornale (questi i nomi coinvolti: Domenico Angione, Massimiliano Aurelio, Massimo Brugnera, Milena Cavallo, Gianfranco Enrietto, Matteo Fabi, Aldo Gemma, Nicola Giorgio, Riccardo Guasco, Dominika Klimek, Roberta Maddalena, Alberto Maria Maderna, Andrea Mongia, Ivano Nazeri, Valentina Russello, Marcelo Vendramel). Il volume è sfogliabile online nella versione digitale di Nurant, e sarà presentato in cartaceo nel corso della mostra (in seguito sarà distribuito nelle principali librerie italiane e su vari siti di e-commerce).
«Se esiste una connessione tra la fine degli anni ’20 del Novecento e i giorni nostri -si legge nell’abstract del giornale- c’è una parola che per prima la rappresenta: depressione. Se è vero che la storia si ripete, allora forse oggi stiamo affrontando le stesse sfide che Leo Burnett in persona ha superato, trasformando tempi duri in grandi opportunità». Il fondatore dell’omonima agenzia, infatti, mosse i primi passi durante gli anni della Crisi del 1929, dando inizio a un’impresa coraggiosa e di successo. «Abbiamo chiesto ai nostri creativi di illustrare un’istantanea di vita quotidiana, di focalizzarsi sulle persone e sulle loro reazioni alle difficoltà, mostrando come si reinventano per allontanare la crisi e attuano i cambiamenti necessari a sopravvivere. Le interpretazioni sono state libere. La Rinascita Dalla Crisi è un raccoglitore di idee che provengono da artisti e creativi che si interrogano su come trasformare l’oggi in un incubatore di pensiero fresco, innovativo, capace di generare una rinascita».
Ogni autore ha dato una propria personale risposta al problema, dando sfogo iconografico alle proprie riflessioni, pensieri, paure e speranze per il futuro. Poi, nelle parole delle interviste, non tanto una spiegazione, quanto un’ulteriore spunto da cui partire per interpretare le tavole e la realtà. Il bello di mettere in mano a un gruppo di artisti una questione così “terrena” è che le risposte possono essere delle più varie e imprevedibili. Chi, più collegato all’attualità, analizza la situazione con lucidità («Ho rappresentato uno stesso personaggio in situazioni diverse, anche se non credo che siamo tutti uguali di fronte alla crisi. Se lo fossimo non si sarebbe partiti dal basso per rimpinguare le casse degli stati, ma si sarebbe tolto a chi ha esagerato, “mangiando” più degli altri», Milena Cavallo), chi invece si affida all’aneddoto («Il racconto raffigura uno zio Gianni che nel suo paese in provincia di Salerno, in un periodo storico altrettanto complesso, era l’unico a potersi permettere di studiare», Nicola Giorgio). Se siete stanchi di leggere le solite interpretazioni di saggisti, editorialisti ed “esperti”, siete il pubblico ideale per questa mostra (e per questo giornale).