«Ognuno ha l’immaginario che si merita». Non ricordo dove l’ho letta, ma da quando è successo questa frase ricorre spesso nei miei pensieri. Mi guardo intorno e vedo una realtà schizofrenica, che vive di contraddizioni, in continua lotta tra ciò che è e ciò che vorrebbe essere. Non so se ci avete fatto caso, ma da alcuni anni per strada si incontrano sempre più limousine. Un tempo erano merce rara, rarissima. Credo di ricordare ancora la prima volta che ne vidi una, non dovevo avere più di dodici anni, e il mio immaginario era piuttosto limitato: scuola, amici, casa in città, casa al mare. E poi lei, Madame Tivucolor. Già, posso ben dire che “ai miei tempi” non c’erano internet, né i telefoni cellulari. Ebbene, per me le limousine erano le auto delle celebrità. Quelle vere, quelle con conti in banca miliardari (ma allora si contava in lire), che avevano uno stile di vita inarrivabile. E quei macchinoni interminabili erano lì a testimoniarlo. Perché se sei a New York, bloccato in mezzo al traffico, e ti sei appena esibito in concerto, mettiamo, al Madison Square Garden, allora la “limo” è il minimo che ti puoi concedere. Di usare i mezzi pubblici non se ne parla, che poi ti riconoscono ed è la fine. Almeno ti resta un piccolo monolocale su gomma, su cui godere il meritato dopo concerto, che probabilmente è iniziato nei camerini e proseguirà in albergo. Insomma, la routine è dura per tutti. Spero sia chiaro che stiamo parlando di un universo parallelo, sconosciuto alla maggior parte di coloro che stanno leggendo queste righe. E ci mancherebbe, ognuno fa le sue scelte, qualcuno diventa una star, per lo più siamo intenti a mantenere uno stile di vita decoroso. Ma oggi no.
Oggi a tutti dev’essere concessa la grande illusione di vivere in un sogno, anche se questo dura solo cinque minuti, e poi la realtà torna grigia e piatta. Non è una questione di moralità, di valori. Non entro nel merito. È una questione economica. Se ci sono in giro più limousine, vuol dire che costano meno. Se oggi prenoti un tavolo per una cena di addio al celibato, o per una festa di laurea, e nel pacchetto ti becchi anche il giro in limousine, vuol dire che si è abbassata la soglia di accesso a questo status symbol. Come dire, non è che se ci sono in giro più fiancate a passo lungo, vuol dire c’è in circolazione un maggior numero di star; bensì che il giro sulla giostra più bella e sfarzosa costa meno, e quindi se lo può permettere anche il comune cittadino. Si vendono sogni a basso prezzo, perché se no c’è il rischio che la gente si svegli. Sei precario, disoccupato, vivi ancora da mammà? Non preoccuparti, in fondo sei anche tu un po’ speciale. Perché se i sogni stanno a prendere polvere in magazzino, son costi, e allora vediamo di buttarli fuori, anche in offerta. Prendi tre (metri di auto), paghi due. Nella repubblica delle soubrette, ognuno ha diritto al proprio quarto d’ora, non di celebrità ma di pubblicità. Però, mi concederete, una limousine bloccata nel traffico attorno a Central Park è ben altra cosa rispetto a una che si staglia solitaria nella notte sulla Statale 54 nei pressi di Cividale del Friuli (l’ho vista, giuro).