Oggi segnaliamo un incontro dal titolo “Social media, ragazzi e cyber bullismo”, che si terrà il 22 marzo a Todi (Perugia), nei Palazzi Comunali in Piazza del Popolo. L’iniziativa, organizzata da Wister (Women for Intelligent and Smart TERritories) e Stati generali dell’innovazione, insieme al Comune e ad altre istituzioni e associazioni, è gratuita con iscrizione obbligatoria (ci si deve registrare online seguendo questo link, dove troverete anche l’elenco degli interventi). Si tratta di un learning meeting, pensato come giornata di formazione, rivolta a genitori e insegnanti. A intervenire saranno undici esperte della rete Wister, che illustreranno il fenomeno delle molestie in rete da vari punti di vista: giuridico, sociale, psicologico, ambientale e tecnologico.
«L’Italia registra un’elevata percentuale di ragazzi che accedono al Web senza la supervisione di un adulto (62 per cento) – si legge sul sito delle organizzatrici – mentre in merito agli accessi informatici che avvengono all’interno delle scuole detiene la percentuale più bassa in Europa (solo il 36 per cento). Attualmente è dunque l’ambiente domestico che rappresenta il contesto primario in cui sono mediate e sperimentate le esperienze sul web da parte dei nostri ragazzi, laddove invece andrebbe riconosciuto anche alla scuola un ruolo e presenza fondamentale per l’educazione e la sensibilizzazione dei bambini e dei loro genitori alla conoscenza della rete, soprattutto allorquando i genitori non siano essi stessi utenti avvezzi del web e delle nuove tecnologie». Una constatazione nella quale ci siamo imbattuti tempo fa su ZeroNegativo, parlando della bozza del Codice di autoregolamentazione per la prevenzione e il contrasto del cyberbullismo.
Altro problema è la sopravvalutata dimestichezza dei più giovani con le nuove tecnologie. Spesso si tratta solo di un’abilità limitata all’uso dei dispositivi e delle procedure di registrazione e installazione delle applicazioni, mentre i reali rischi per la privacy e la conoscenza delle problematiche relative ai rapporti sociali mediati dal web restano un mistero per i ragazzi, così come per chi dovrebbe occuparsi di tenerli sotto controllo. «È evidente – afferma una delle relatrici, Emma Pietrafesa – che ridurre l’impiego e/o imporre il divieto dell’utilizzo dei social media al fine di ridurne il rischio comporterebbe solo il perdurare dell’attuale situazione di esclusione digitale dei bambini italiani nel contesto europeo e mondiale. Il mondo non sta cambiando: il mondo è già cambiato, ed è necessario incoraggiare in questo senso la ricerca di contenuti positivi online, favorendo e facilitando però un’adeguata conoscenza delle competenze necessarie affinché i nostri ragazzi possano essere cittadini non solo italiani ma del mondo intero».
Con la giusta preparazione e il giusto atteggiamento, la rete può trasformarsi in vasto terreno pieno di risorse, mentre finisce per essere una trappola se data in pasto ai ragazzi senza alcuna lente interpretativa. Ecco perché ci preme segnalare questa lodevole iniziativa, che – concludendo con una nota turistica – può trasformarsi anche in un’ottima occasione di visitare Todi e il bellissimo territorio circostante nel fine settimana del 22 marzo.