Dopo due anni di fila in cui era calato il numero di persone che avevano deciso a chi destinare il 5 per mille del proprio gettito fiscale, nel 2022 si sono registrate quasi 200 mila firme in più, per un totale di 16.519.300. I dati sono riportati da Vita, che spiega come «nei due anni precedenti invece avevamo visto un calo di firme: 400mila firme perse nel 2020 e 150mila firme perse nel 2021». I settori che hanno fatto registrare gli aumenti di firme maggiori sono quelli dello sport (+6,4%), della cultura (+17%) e delle aree protette (+34%), mentre altri (come onlus ed enti del terzo settore, che sono anche i comparti più numerosi) sono rimasti stabili.
Sulla cifra complessiva in cui si tradurranno tutte queste cifre, Vita dice solo che senza dubbio è stato «raggiunto e superato il tetto, fissato dal 2022 in poi in 525 milioni di euro: di fatto un taglio del beneficio rispetto a quanto gli italiani hanno destinato». Redattore Sociale riporta invece numeri leggermente diversi (510 milioni di euro), dettagliando in che modo saranno distribuiti i fondi tra le varie categorie: «Alla categoria degli enti del Terzo Settore e Onlus andranno oltre 324 milioni di euro, alla ricerca sanitaria quasi 81 milioni di euro mentre a quella scientifica saranno destinati nel complesso oltre 68 milioni di euro. Seguono i Comuni (16 milioni di euro), le associazioni sportive dilettantistiche (17,4 milioni), gli enti per la tutela dei beni culturali e paesaggistici (2,3 milioni) e gli enti gestori delle aree protette (814 mila euro)».
Questi dati riflettono, ma solo in parte, la distribuzione degli enti nell’elenco dei beneficiari. Secondo Redattore Sociale si tratta infatti di «71.674 enti, suddivisi per categoria: in cima alla classifica si trovano gli enti del Terzo Settore e onlus (50.301), a seguire le associazioni sportive dilettantistiche (12.751), gli enti impegnati nella ricerca scientifica (427), quelli che operano nel settore della sanità (105), gli enti dei beni culturali e paesaggistici (160) e gli enti gestori delle aree protette (24)».
Dividendo i fondi destinati a ogni categoria per il numero di enti in quella categoria, è evidente come sia la ricerca sanitaria a ottenerne di più, con una media di 771 mila euro per ente. A seguire la ricerca scientifica di ambito non sanitario, con quasi 160 mila euro per ente, le aree protette (34 mila euro), beni culturali (14 mila euro), onlus ed enti del terzo settore (6 mila euro), comuni (2 mila euro) e associazioni sportive (1.300 euro).
Va detto che i conteggi sono complicati dal fatto che l’Agenzia delle entrate si ostina a pubblicare i dati in formato PDF, suddividendoli in sei diversi file. Questo rende inutilmente laborioso e complesso analizzarli, mentre basterebbe distribuirli in formato xlsx o csv per rendere tutto più semplice.
Vita sottolinea inoltre che diverse firme (oltre 400 mila, la maggior parte onlus ed enti del terzo settore) sono riferite a soggetti esclusi dal 5 per mille, quindi in sostanza andranno perse. Molti sono anche gli enti che, pur risultando tra gli ammessi, non hanno ricevuto neanche una firma: «Sono 7.100 contro i 3.716 dell’anno prima. Quando ci sono così tante realtà così piccole da non prendere nemmeno la firma del proprio presidente, è legittimo immaginare che ci sia anche qualche errore con i documenti», ha spiegato Nicola Bedogni, fundraiser per la Fondazione Isabella Seràgnoli.
Per quanto riguarda Avis Legnano, le preferenze espresse sono state 679, che garantiranno all’associazione poco meno di 24.500 euro. Grazie a tutti coloro che hanno scelto di farci avere il proprio supporto. Non dimenticate che siete ancora in tempo per inserire i nostri dati nella dichiarazione dei redditi 2023, qui tutte le istruzioni.
(Foto di Ashley Piszek su Unsplash)
Ricordati di farlo
Lo sai che puoi destinare il 5 per mille dell’IRPEF all’Avis di Legnano? Basta inserire il nostro codice fiscale al momento della dichiarazione. Useremo i proventi per fare ancora meglio ciò che facciamo da sempre.