Ieri abbiamo dato spazio alla Giornata mondiale del donatore di sangue, ma c’era un’altra ricorrenza importante, almeno per l’Italia. Il 14 giugno di un anno fa è stato occupato il Teatro Valle di Roma. Sul sito allestito da Lavoratori e lavoratrici dello spettacolo tutte le ragioni di un’azione che si è resa necessaria per la sopravvivenza stessa dell’istituzione teatrale, e che al contempo ha dato vita a un esperimento di autogestione che sta dando frutti interessanti.

«Gli occupanti hanno intrapreso il 14 giugno 2011 un percorso di lotta che, evidenziando lo stato di emergenza in cui verte il sistema culturale italiano, ha assunto poi carattere costituente. Non trovando più nei referenti politici di destra e di sinistra alcuna legittimità come interlocutori, hanno dato voce all’esigenza di ripensare dal basso nuovi modelli di politiche culturali nel paese. Attraverso la sperimentazione di una prassi di studio e di autogoverno del teatro, sono giunti all’elaborazione dello Statuto della Fondazione Teatro Valle Bene Comune, presentato alla cittadinanza il 20 ottobre 2011. Si tratta di un’elaborazione della pratica attiva di governo del Teatro fatta fin qua dagli occupanti, una possibile premessa per la pratica futura di governo di questo Teatro da parte della cittadinanza».

Su l’Unità del 12 giugno, a pagina 22, un articolo tira le somme di questo primo anno e presenta il programma di spettacoli iniziato ieri, che proseguirà fino al 5 di luglio. «Il teatro Valle di Roma si appresta a festeggiare un anno di occupazione con una kermesse di spettacoli, assemblee pubbliche e incontri, che da domani arriveranno al 5 luglio, proprio nella sala dove 101 anni fa ebbe luogo la prima italiana del Don Giovanni, quando nella capitale si respirava quella ventata di rivoluzione francese che le truppe napoleoniche riuscirono a spargere per l’Europa. Spiriti -sbiaditi dal tempo- che sembrano tornati tra queste mura dal 14 giugno 2011, quando il giorno dopo la vittoria sui referendum ebbe inizio questa solenne occupazione: la scintilla è stata la gelatinosa cessione ai privati del Valle, gioiello teatrale che certo merita miglior fortuna: cessione tentata dalla giunta Alemanno, peraltro adusa a operazioni opache.

Ma la deflagrazione è andata oltre: pochi gli artisti e i personaggi della cultura che non sono accorsi a baciare la pantofola esibendosi a titolo gratuito per il Valle occupato. Andrea Camilleri, Fabrizio Gifuni, Renzo Arbore, Jovanotti, Giovanni Sollima, Dario Fo, Elio Germano, Anatoly Vasiliev, Fiorella Mannoia, Pippo Delbono e tanti altri. Il Valle è il posto dove dover essere,il tableau vivant di un’Italia bastonata non solo dal governo Berlusconi, ma dal berlusconismo imperante a 360 gradi: ecco il mondo dello spettacolo che batte il pugno sul tavolo. Il successo è clamoroso nelle gloriose serate del luglio 2011, il teatro è strapieno, l’atmosfera euforica.

Invero, è una iniziativa spontanea, certo non pilotata dalle forze politiche, che pure hanno fatto la coda per entrare ma sono state tenute sulla porta del teatro, perfino con sufficienza, da occupanti di taumaturgica sensibilità nel captare le maree crescenti e calanti. Come il Commendatore del Don Giovanni, si resta di sasso nel constatare che una siffatta energia si sia poi incanalata nella creazione della Fondazione Teatro Valle Bene Comune. Vuoi perché la fondazione è l’emblema delle politiche culturali che al Valle si contestano, vuoi perché ci si è arrivati surfando sulla moda dei «Beni comuni», formula passepartout che in pochi sanno cosa voglia dire.[…]

Nel finale primo del Don Giovanni, tutti intonano “Venite pure avanti, vezzose mascherette, è aperto a tutti quanti, viva la libertà…”: che la festa cominci per il primo anno di occupazione. A dare il via, domani alle 15, giorno dell’anniversario del referendum sull’acqua, la Festa dei beni comuni con Salvatore Settis e Stefano Rodotà, mentre Fabrizio Gifuni con Rocco Papaleo e la sua band alle 21 daranno vita a “Uno a Uno. Valle al centro”. Tra i protagonisti in arrivo in ogni angolo del teatro, anche il violoncellista Giovanni Sollima, i The walls (band supporter di U2 e Red Hot Chili Peppers), il cast di Boris con Paola Minaccioni e Lillo in “Ridiamoci sopra”, i Motus, Moni Ovadia, Pier Cortese, Daniele Vicari, il teatro di Sostanze volatili e dei Menoventi.