Il ritorno a un qualche tipo di normalità nel 2022, dopo l’eccezionalità della pandemia nei due anni precedenti, ha provocato in molte persone il desiderio di rallentare i ritmi. Il magazine della Treccani Atlante ha parlato della parola che descrive questa condizione.
Una quindicina di anni fa l’inglesismo workaholic era molto di moda anche in Italia. Tanto che nel 2008 fu inserito dal Vocabolario Treccani tra i neologismi: «Chi dipende, in maniera ossessiva, dal proprio lavoro; maniacalmente dedicato al lavoro». Ora l’era del workaholism sembra in declino. Però nel 2023 sta comparendo un sostantivo che lascia ben sperare: vista la mania per gli anglicismi (qui ne leggerete parecchi), potrebbe essere destinato ad altrettanto successo. Qual è la parola? Thriver. Oggi è una novità anche in inglese: deriva dal verbo thrive, che significa “prosperare”, “crescere bene”. È vero che nel 2021, in un saggio della psicologa americana Michele Borba, è stato usato quel termine come titolo, però lì si riferisce all’educazione da dare ai bimbi perché possano essere ottimisti in tempi incerti. Nel nostro caso di definisce thriver una persona che sa gestire la vita privata e quella professionale in modo diametralmente opposto rispetto a un workaholic; perché ha deciso di rallentare i propri ritmi lavorativi per “germogliare” su altri fronti più rilassanti, inclusa la famiglia.
Il termine in quest’ultimo senso è appena stato utilizzato da Euromonitor International (il principale fornitore indipendente e globale di ricerche di mercato strategiche, specializzato in business intelligence), per il report Top 10 Global Consumer Trends 2023, realizzato testando un campione di cittadini di un centinaio di Paesi con economie di mercato. Lo scopo: fornire alle aziende informazioni sul modo in cui entrare in sintonia con le sensibilità dei consumatori. Tuttavia, il rapporto si rivela interessante in generale. Coordinato da Alison Angus e Gina Westbrook, è dedicato alle dieci tendenze per il 2023 a livello globale. Una di queste è, appunto, inquadrata sotto il titolo Thriver. Qui si racconta che nel 2022, durante il percorso di ritorno alla normalità pre-Covid, dopo un inizio euforico si è diffusa la voglia di un cambio di passo: verso un’esistenza meno caotica e stressante. Il 55% delle persone intervistate sostiene che sarà più felice da qui ai prossimi 5 anni e il 48% è certo di potersi garantire così anche una vita più sana. Mentre il 53% ammette che nel corso del 2022 ha ridotto eccessivamente il limite tra lavoro e vita personale e il 45% confessa di essersi sentito troppo sotto pressione, complice l’invasività di telelavoro e smart working.
(Foto di Clay Banks su Unsplash)
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