Scriviamo questo post perché domenica 25 settembre ci saranno le elezioni politiche, e riteniamo che sia molto importante andare a votare. Non perché queste elezioni siano speciali, diverse, decisive. O meglio, proprio perché pensiamo che qualunque elezione sia speciale, diversa dalle altre, decisiva a suo modo. Insomma, quello che vi proponiamo è un appello al voto. L’astensionismo in Italia è in costante crescita da molti anni, e questo è un problema.
Una democrazia funziona quando è partecipata, altrimenti è solo un meccanismo vuoto in cui le decisioni di una minoranza finiscono per determinare il destino di tutti. Lo diciamo quindi senza retorica. Certo, la storia è importante e non va dimenticato che il suffragio universale è stato esteso anche alle donne solo nel 1946, al prezzo di lunghe e faticose lotte per l’allargamento dei diritti. Ma, appunto, vorremmo andare oltre la motivazione storica e guardare al futuro, più che al passato.
Un voto non espresso è un’occasione mancata di far sentire la propria voce all’interno di una comunità. Sono tante le storture del caso, ne siamo consapevoli: dall’avere una legge elettorale che non piace a nessuno, ma che nessuno ha ritenuto di modificare, all’essere uno dei pochi paesi che ancora impedisce il voto in una sede diversa da quella in cui si ha la residenza. Aggiungiamo anche che non è stata una campagna elettorale particolarmente esaltante (ma ve ne ricordate una recente che lo sia stata?), tutta giocata su toni piuttosto infantili, su argomenti poco concreti e su opinioni che tendevano a “oscillare” un po’ troppo spesso.
Tendiamo a pensare al nostro voto come a un incarico “pieno”, in bianco, a questo o quel candidato. C’è l’istinto a volersi “riconoscere” nel partito che si vota. Non c’è niente di male, ma così non se ne esce. Un approccio più pragmatico potrebbe invece aiutare. Per esempio, all’interno dei vari schieramenti ci sono sicuramente persone capaci, in gamba e con cui abbiamo qualcosa da condividere. Possiamo informarci su chi sono, capire se possono davvero fare qualcosa per noi. Poi avremo tutto il tempo di criticarli, di chiedere conto delle loro promesse, di protestare se non faranno bene il proprio dovere. Ma è solo scegliendo che possiamo influire sul risultato, ed è scegliendo che avremo un argomento in più quando manifesteremo il nostro malcontento. Mettiamola così: votare è un modo per responsabilizzare la classe politica.
Oppure ci si può concentrare sui programmi. Abbiamo scritto anche su ZeroNegativo come questi ultimi siano stati svuotati del loro senso in questi anni, invalidati come sono da qualunque analisi di fattibilità. Ma si può partire da un tema, una questione che ci sta particolarmente a cuore, e magari scegliere in base a quella. Che sia l’ambiente, la concorrenza, la salute pubblica, l’istruzione, ecc. Sui temi principali ogni partito ha scritto qualcosa sul programma, o ha fatto dichiarazioni o azioni in passato. Una possibilità è scegliere in base a questo, alla “causa” che crediamo più urgente. È un suggerimento, poi ognuno applichi il proprio criterio: il meno peggio, il voto “contro”, il voto di protesta, il voto utile, il voto “per tradizione”. Va bene tutto (tranne il voto di scambio), purché si esprima la propria preferenza.
Se proprio non vi abbiamo convinto, almeno votiamo per non risentire a partire da lunedì che “ha vinto il partito dell’astensionismo”. Il non voto, proprio in quanto assenza, si presta a essere interpretato in mille modi diversi: non offriamo questo argomento a chi non vede l’ora di piegarlo ai propri interessi.
Ricordati di farlo
Lo sai che puoi destinare il 5 per mille dell’IRPEF all’Avis di Legnano? Basta inserire il nostro codice fiscale al momento della dichiarazione. Useremo i proventi per fare ancora meglio ciò che facciamo da sempre.