Poniamo che ci siano a disposizione cinque milioni di euro da spendere. Per chi scrive, e probabilmente per la maggior parte delle persone che stanno leggendo questo articolo, si tratta di una cifra enorme, con cui si potrebbero fare moltissime cose. Aggiungiamo che si tratti di denaro pubblico. Il pensiero a questo punto dovrebbe staccarsi da eventuali spese per necessità egoistiche, per virare decisamente verso investimenti che potrebbero giovare all’intera collettività, o almeno alle fasce più deboli. Tutti d’accordo? Non proprio, a giudicare dall’articolo del decreto Milleproroghe che preleva questa cifra da un fondo destinato, tra le altre cose, alla cura dei malati oncologici, per destinarlo invece alla proroga del pagamento delle multe inflitte dall’Unione europea ai produttori che hanno violato la normativa sulle quote latte (la Prealpina, Vita).
Adesso proviamo a darvi un altro numero, decisamente più grande: 4,4 miliardi di euro. A tale impressionante cifra ammonterebbe la gestione del parco auto della Pubblica amministrazione, secondo una ricerca della Uil.
Ci perdonerete, ma non capiamo. Non capiamo come sia possibile che sempre, immancabilmente, si cerchi di pescare dal sacco più piccolo e prezioso, continuando paradossalmente a ingrassare forzieri che invece meriterebbero una cura dimagrante.

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