La settimana dopo ferragosto è il momento in cui la bilancia tra chi parte e chi torna dalle vacanze inizia a pendere verso questi ultimi. Per molti poi le vacanze non sono mai iniziate, perché non si sono potuti spostare da casa, o perché in cerca di lavoro (ed è quindi difficile chiamare “vacanza” l’interruzione forzata di tale ricerca). Chi però si è assicurato un lungo periodo di riposo sono i nostri parlamentari e senatori, che sono in ferie da una decina di giorni e che non riprenderanno i lavori nelle rispettive Aule prima di settembre. Enrico Caiano, sul Corriere della sera, illustra il piano ferie degli onorevoli, con un confronto rispetto agli anni scorsi e all’“aria di cambiamento” che sembrava spirare solo qualche mese fa.
Vacanze mordi-e-fuggi. Weekend con la prolunga. Pochi giorni, maledetti e subito. Gli italiani e i media trovano slogan sempre nuovi per definire le ferie estive negli anni della crisi. Poi, però, quando uno va a vedere che fa il famoso «Parlamento specchio del Paese», nota che lo specchio è rotto: la Camera presieduta da Laura Boldrini [ha chiuso il] 10 agosto, e riapre il 6 settembre: 27 giorni di fila; il Senato presieduto da Piero Grasso è chiuso [dal 9 agosto] fino al 3 settembre: 26 giorni, uno in meno di Montecitorio nonostante l’età media più alta. Lontani i tempi (la primavera scorsa) in cui Boldrini & Grasso quasi tenendosi per mano annunciavano a Ballarò che si sarebbero tagliati metà dello stipendio. Stavolta, neppure una frase per annunciare vacanze-mordi-e-fuggi. O per spiegare perché invece è giusto riposare a lungo. Né in tv, né sulle agenzie di stampa. Solo un «Buone vacanze» ai colleghi e via da Roma.
Intendiamoci, i giorni di ferie sono gli stessi di un anno fa: 27 ne fece la Camera, 29 il Senato. E fu il minimo storico per i due rami del Parlamento. Perché nel 2006, mica lontanissimo, la «mesata» era abbondante: 47 giorni nel 2006, ben 40 ancora nel 2009 quando la crisi mondiale era abbondantemente esplosa. E però l’anno scorso, quello dell’austerity montiana (il Professore si assentò 6 giorni appena), c’era almeno lo stracciamento di vesti: il presidente Fini faceva capire che era meglio evitare viaggi all’estero e chiedeva la reperibilità di 24 ore per provvedimenti d’urgenza; Calderoli auspicava di lavorare tutto agosto e Confindustria lo applaudiva; il presidente Schifani annunciava che l’Aula poteva essere convocata in qualunque momento; il Pdl Malan diceva che non faceva vacanze: «si lavora via email». Sarà che quella frase del ministro dell’Economia Saccomanni («La recessione è finita») ha convinto tutti. Ma oggi, a parte qualche protesta grillina un po’ di maniera, nessuno che si disperi. E allora ha gioco facile il governo dell’emergenza, del «non c’è alternativa» ad annunciare: noi in vacanza non andiamo. «Io e Alfano -ha detto Enrico Letta- ci alterneremo in sede per tutto agosto». In tempi di larghe intese, alle due cariche istituzionali bastava mettersi d’accordo con il premier per evitare figuracce. Ma Boldrini e Grasso possono sempre consolarsi con il «Parlamento» siciliano: tutti a casa per 40 giorni.