Mentre il mondo è alle prese con l’escalation della crisi climatica, l’attenzione si rivolge sempre più alla responsabilità storica dei principali produttori di CO2. Un nuovo report del Carbon Majors Database si concentra sulle aziende maggiormente responsabili delle emissioni globali.
Aggiornato a marzo 2025, il Carbon Majors Database traccia le emissioni dei maggiori produttori mondiali di petrolio, gas, carbone e cemento. Non solo quantifica le emissioni operative dirette di queste aziende, ma anche le emissioni derivanti dalla combustione dei loro prodotti, fornendo un quadro completo del loro impatto sul clima. Questo livello di dettaglio è fondamentale per avere discussioni informate sulla responsabilità e sulle possibili soluzioni.
Il database rivela che solo 36 aziende sono collegate a più della metà delle emissioni globali di CO2 da combustibili fossili e cemento nel 2023. Questo dato evidenzia l’impatto sproporzionato che un numero relativamente piccolo di entità ha sul clima del pianeta, sottolineando la necessità di un’azione mirata. Il rapporto traccia 1.388 GtCO2e (gigatonnellate di anidride carbonica equivalente) di emissioni storiche cumulate dal 1854 fino alla fine del 2023, suddivise tra 180 produttori industriali. La parte di CO2 equivale al 67,5% delle emissioni globali di CO2 da combustibili fossili e cemento dal 1750. Oltre un terzo (33,7%) delle emissioni globali di CO2 è storicamente riconducibile a sole 26 aziende.
Le entità di proprietà statale sono la categoria di emettitore che incide maggiormente sull’ambiente, con il 52% delle emissioni globali di CO2 derivanti da combustibili fossili e cemento nel 2023. Nello stesso anno, le prime cinque entità statali erano Saudi Aramco, Coal India, CHN Energy, National Iranian Oil Co. e Jinneng Group, complessivamente responsabili del 17,4% delle emissioni globali di CO2 fossile. In confronto, le prime cinque società di proprietà degli investitori (ExxonMobil, Chevron, Shell, TotalEnergies e BP) rappresentavano solo il 4,9% delle emissioni globali di CO2 fossile.
Il carbone rimane la principale fonte di emissioni, contribuendo al 41,1% delle emissioni totali. Mentre le emissioni di carbone sono cresciute dell’1,9% nel 2023 rispetto al 2022, il cemento ha registrato il maggiore aumento relativo, pari al 6,5%, a causa dell’espansione della produzione. Le emissioni di gas naturale sono invece diminuite del 3,7%, mentre quelle di petrolio sono rimaste stabili. Questi dati sottolineano l’urgenza di abbandonare il carbone e di affrontare le crescenti emissioni legate alla produzione di cemento.
Il Database CO2 Majors è diventato uno strumento fondamentale per responsabilizzare i produttori di combustibili fossili. È stato utilizzato in occasione di controversie sul clima, nell’elaborazione di normative e nella ricerca accademica, ma anche per quantificare il ruolo delle aziende produttrici di combustibili fossili nell’intensificazione delle ondate di calore estreme. I gruppi di difesa legale lo hanno citato a sostegno di potenziali accuse penali contro i dirigenti delle compagnie di combustibili fossili per negligenza nell’aver messo in pericolo la vita altrui. Inoltre, ClientEarth ha presentato una denuncia contro BlackRock all’autorità di regolamentazione finanziaria francese, accusandola di aver ingannato gli investitori sui fondi “sostenibili” mentre investivano in aziende di combustibili fossili, tra cui ExxonMobil, Shell e BP. Molte delle aziende monitorate da Carbon Majors sono peraltro tra le più contrarie alle normative sul clima a livello globale.
Questa analisi sottolinea l’urgente necessità di introdurre meccanismi di responsabilità mirata e di attuare cambiamenti sistemici nella produzione e nella politica industriale per allinearsi agli obiettivi climatici globali.
(Foto di Zbynek Burival su Unsplash)
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