Impatto nullo sull’ambiente, grande maneggevolezza anche in mezzo al traffico delle ore di punta, massima economia nei consumi, effetti benefici sulla salute e, non da ultimo, grande facilità di parcheggio. Stiamo parlando del mezzo di trasporto del futuro, la bicicletta. Sarebbe la miglior cura al congestionamento delle nostre metropoli, se solo se ne promuovesse l’uso quotidiano. E agli italiani piace sempre di più pedalare, tanto che negli ultimi dieci anni è triplicato il numero di persone che usano la bici come mezzo di trasporto abituale: siamo infatti al 9 per cento, contro il misero 2,9 per cento del 2001.
Il dato arriva da un sondaggio Ipr marketing, commissionato da Legambiente e diffuso in occasione del “Giretto d’Italia”, che si è svolto tra il 3 e il 6 maggio e che ha visto competere 27 città italiane, le più propense storicamente agli spostamenti ecologici, per aggiudicarsi la maglia rosa delle due ruote. Sono stati istituiti dei check point in vari punti strategici delle città, che hanno rilevato la percentuale di bici sul totale dei mezzi. Tra i centri di dimensioni medio-piccole hanno vinto Udine (39,8%) e Ferrara (38,2%), tra le grandi si è distinta Torino (19%). Al di là delle classifiche, il merito va «agli oltre 45mila ciclisti che in occasione del Giretto d’Italia hanno spiegato a tutti che la bici è un mezzo di trasporto oltre che di sport e di svago –hanno sottolineato Legambiente, Fiab e Cittainbici-. Mentre all’insieme delle nostre città va detto chiaramente che i risultati straordinari del Giretto d’Italia potrebbero essere la norma se gli amministratori locali assegnassero gerarchie diverse alle diverse componenti della mobilità, lasciando all’auto un ruolo marginale (riducendo il suo uso solo ai casi in cui è effettivamente insostituibile) e dando strada alle biciclette, ai pedoni, al trasporto pubblico e a tante altre soluzioni (bike sharing, car sharing, car pooling) in grado di far risparmiare tempo, soldi, salute, spazio, inquinamento, stress».
Per tornare alla ricerca Ipr marketing, a triplicare sono state anche le piste ciclabili, passate da 1200 a 3230 chilometri. Ma ancora non basta, visto che gli interventi a sostegno delle due ruote continuano a essere occasionali e poco strutturali. Alcune ottime iniziative fanno ben sperare anche per il Sud, dove i pedalatori abituali sono solo l’uno per cento. Dallo scorso anno il Presidente della Puglia Nichi Vendola, primo in Italia, ha firmato un accordo con le ferrovie regionali per incentivare il trasporto combinato treno più bici: ora a tutti i viaggiatori è garantito il trasporto gratuito della bici sul treno. Pensando invece a Milano, dove qualcosa si è fatto, ma non abbastanza, chiediamo a chi governerà la città nei prossimi quattro anni, a prescindere dalle bandierine, di pensare a una soluzione che renda il capoluogo milanese una città più vivibile. Anche perché Milano non è poi così grande, e si presta a essere vissuta (e scoperta) montando in sella. Difficile farlo però senza una strategia di mobilità integrata, che passi da una migliore gestione degli spostamenti dei pendolari su mezzi pubblici, allargamento delle aree a traffico limitato per le auto, ampliamento della rete metropolitana (attrezzata per il trasporto di bici), e in ultimo la costruzione di una rete di piste ciclabili che permettano di attraversare in sicurezza tutta la città. Poi ci sarà un altro passo importante da compiere, quello culturale, ma iniziamo dai cambiamenti tangibili.