Zeronegativo. Perché questo nome? Ce le andiamo proprio a cercare, direte voi, mettendo nel nome del blog un messaggio apparentemente cupo, oscuro. Eppure, al di là dell’impressione iniziale, il senso vuole essere di segno decisamente opposto. Chi conosce qualcosa dei tipi sanguigni avrà già intuito dove vogliamo andare a parare. Lo zero negativo in medicina è definito il “donatore universale”, un tipo di sangue che può essere infuso a chiunque, indipendentemente dal suo gruppo sanguigno. Un tessuto in grado di aiutare tutti.

Ma fermarsi qui sarebbe riduttivo. La metafora del donatore universale va intesa in senso lato, come attitudine di colui che cerca di condividere il meglio di sé. Un soggetto sano, che col suo gesto diventa operatore sanitario e quindi portatore di salute nel mondo, ed è in grado di esprimere un livello di consapevolezza diverso, alto. E dal dono del sangue si può alzare ancora lo sguardo a ogni aspetto della vita. Anche un’idea è un dono, e condividere la propria significa percepire l’altro come ricchezza. Questo è lo spirito che Zeronegativo vuole incarnare e diffondere. Al contempo il nostro nome deve suonare come un avvertimento, un volersi porre in maniera neutra di fronte ai fatti e alle notizie che nel tempo riempiranno le nostre pagine.

Quando ci esponiamo, in qualunque campo e con qualsiasi mezzo, abbiamo sempre ben presente la responsabilità degli oltre 7mila soci che rappresentiamo. Non in senso letterale: non ci illudiamo di parlare a nome di tutti, ma sappiamo bene che questa associazione è soprattutto di chi vi partecipa col proprio gesto volontario. E questa piattaforma ha l’ambizione di incrementare il livello di partecipazione dei soci, che saranno anche i nostri primi lettori. E critici, se li conosciamo come crediamo. Per questo punteremo sempre a un denominatore comune: la cultura del dono e della solidarietà. Non ci sono altri interessi o affiliazioni che possano distrarci. Per cui, di fronte alla possibilità che qualcuno possa pensare di imbavagliarci o limitare la nostra libertà di pensiero, il nostro nome sarà la risposta più esauriente: zero, negativo. E grazie. Perché non è lo stile che ci manca.