È stato pubblicato il quinto Libro bianco sul razzismo in Italia. Il testo, curato dall’associazione Lunaria (che opera nell’ambito del programma Erasmus+ della Commissione europea), prende in considerazione i casi di discriminazione razziale documentati in Italia tra il primo gennaio 2008 e il 31 marzo 2020. Il monitoraggio è stato realizzato grazie al supporto di Cronache di ordinario razzismo, che ha contato 7.426 episodi di razzismo (i dati completi si possono leggere qui). Il libro, che si può scaricare gratuitamente, è composto da cinque pezzi di analisi del contesto e da 22 storie che, per quanto particolari, raccontano ognuna un pezzetto del quadro generale. Pubblichiamo i dati principali e alcuni passaggi di seguito.
I dati
Redattore Sociale sintetizza così i dati contenuti nel rapporto (che comunque non hanno rilevanza statistica, essendo stati rilevati sulla base di segnalazioni da parte delle vittime, di altre associazioni o di notizie riportate dalla stampa): «Si tratta di 5.340 violenze verbali, 901 violenze fisiche contro la persona, 177 danneggiamenti alla proprietà, 1.008 casi di discriminazione. Tra le violenze verbali prevalgono i 3.725 casi di propaganda discriminatori. Gli strumenti utilizzati sono diversi: dai canali della rete (siti, blog, social network) alle dichiarazioni verbali, dagli striscioni ai manifesti; sono documentati anche alcuni casi di informazione scorretta, violenta e esplicitamente discriminatoria. […] Tra le 1.008 discriminazioni riscontrate, in 663 casi, i responsabili sono attori istituzionali (politici o amministrativi). Anche questo è un numero da non sottovalutare: ci segnala quanto ci sia ancora da fare per prevenire la xenofobia e il razzismo persino in quelle sedi che dovrebbero essere in prima fila nel prevenirli e nel combatterli».
La retorica della prima volta
«In Italia e altrove, a caratterizzare l’attitudine e il dibattito pubblico nei confronti del razzismo – nonche? dei diritti dei migranti, dei rifugiati, delle minoranze – sono, come scrivo da alcuni anni, perlopiu? la mancanza o la debolezza del senso dello sviluppo, della processualita?, della lunga durata – scrive Annamaria Rivera –. E? cio? che definisco la retorica della prima volta: di fronte a manifestazioni di razzismo pur gravi o estreme, a prevalere nella coscienza collettiva come tra non pochi locutori mediatici, istituzionali, politici, perfino fra taluni intellettuali di sinistra, e? la tendenza a rimuoverne i segni premonitori e gli antecedenti; ma anche a sottovalutare o ignorare la propaganda, le politiche, i provvedimenti legislativi che li hanno favoriti o che, almeno, hanno contribuito a creare un clima propizio all’espressione del razzismo, anche il piu? brutale».
Il razzismo nel sistema informativo
«Il fenomeno migratorio e? stato, nel corso degli ultimi anni, in Italia e in Europa, un tema molto presente nel dibattito pubblico, sia politico sia della societa? civile – scrive Paola Barretta –. Anche i media, che riflettono i fenomeni sociali piu? rilevanti, hanno dedicato ampia attenzione alla questione, e hanno dato voce, in alcuni casi, alle reazioni violente e di rifiuto provenienti da settori sociali e politici. Questa sovrabbondanza informativa ha fatto emergere e reso attuale la presenza di una retorica legata, in alcuni casi, a stereotipi e pregiudizi su base “etnica-razziale”. […] E? soprattutto negli ultimi anni che “l’ostilita? contro le persone nere si esprime in Italia e in Spagna, con messaggi e discorsi che giungono a rievocare le forme di espressione e il lessico del razzismo biologico. I migranti, i richiedenti asilo e i rifugiati, le persone di fede musulmana e i Rom risultano i gruppi bersaglio privilegiati dalla retorica politica discriminatoria e violenta”. Anzi, proprio nel 2018, si segnala una ricorrenza anomala di casi di aggressioni e di lesioni fisiche contro cittadini neri. Tendenza confermata anche nel 2019: durante la fase di campagna elettorale per le consultazioni europee, il monitoraggio svolto da Amnesty International ha rilevato che immigrazione, minoranze religiose e rom sono i temi da cui sono scaturite piu? polemiche on line. […] Tra le maggiori responsabilita? degli operatori dei media – e? ormai opinione condivisa da studiosi ed esperti dei media – vi sono la diffusione e il consolidamento di pregiudizi, attraverso la generalizzazione di comportamenti individuali a intere comunita?. Anche da cio? e? discesa la successiva legittimazione delle opinioni razziste nel dibattito pubblico».
(Foto di Koshu Kunii su Unsplash)