In questi giorni, purtroppo, si susseguono notizie di violenze contro le donne e femminicidi. La giornalista Guia Soncini, su Linkiesta, racconta la propria storia personale di violenze subite da parte del padre, prendendo spunto dalla storia che ha riguardato l’attrice Antonella Elia e il suo compagno.

Se siete stati spettatori di questa stagione di Temptation Island; se ogni tanto passeggiate tra i social network; se avete un’amica che ha guardato Antonella Elia e quell’inutile pezzo di carne cui s’accompagna nelle loro vicende televisive, allora è probabile che abbiate espresso incredulità per com’è andata a finire.

Per come, cioè, dopo che lui aveva detto di lei le cose più atroci non tanto nella sostanza quanto nelle intenzioni, sottolineando la sua solitudine e la sua mancanza di figli con la crudeltà di chi pensa che non possano che essere punti deboli, irridendone la mancata carriera (lui pare faccia l’attore, non ho ancora capito in quali produzioni: pulpiti, prediche), dopo che ne aveva parlato con un disprezzo imperdonabile, per come dopo tutto questo lei l’ha perdonato.

Attaccandosi ai rammendi da poco prezzo fatti da lui, come ogni tradita cui andrebbe bene ogni scusa per riprendersi il traditore: mi ha mandato un messaggio, mi ha fatto la spesa, mi ha spiegato.

Se siete come me, o come le mie amiche, vi sembra che il problema sia proprio questo: non gli uomini che si comportano male, ma le donne che condonano pur di non restare sole. Se il principale problema delle donne del ventunesimo secolo non fosse non far la figura della zitella, nessuna si terrebbe un uomo che la picchia, la maltratta, la umilia, con tutte le possibilità di emanciparci che abbiamo.

Ci sarà sempre una femminista dei cancelletti che ti strilla che colpevolizzi la vittima, se lo dici, ma se nessuno prende mai a scrolloni la vittima dicendole di smetterla d’essere complice, cacciarlo di casa, trovarsi un lavoro, mantenersi, le donne continueranno a essere incistate nei moduli relazionali di quando non avevano diritto di voto.

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(Foto di Aimee Vogelsang su Unsplash)