Di carcere abbiamo scritto spesso su ZeroNegativo. Più volte abbiamo parlato anche di come l’estate sia un momento particolarmente delicato, a causa dell’inadeguatezza di moltissime strutture di detenzione, in cui le temperature rendono la vita ancora più difficile di quanto non sia nei restanti mesi dell’anno. Le abbiamo definite estati torride, difficili, roventi. Ha senso provare a trovare altri aggettivi?

Non è un caso, probabilmente, che proprio nei giorni scorsi si siano concentrate una serie di proteste che hanno coinvolto diversi istituti penitenziari in più parti del paese. Alle condizioni meteorologiche si aggiunge il problema cronico delle carceri in Italia, ossia il sovraffollamento. Abbiamo citato più volte come il tipo di detenzione più diffusa in Italia, ossia quella in cella con poche o nessuna attività a disposizione, sia anche quella che più facilmente conduce alla recidiva. L’introduzione di nuovi reati e la tendenza a punire con il carcere qualunque illecito legato alle droghe sta facendo il resto per contribuire al sovraffollamento.

Il 2024 si avvia a essere un anno pieno di suicidi. Mentre scriviamo questo articolo sono già stati registrati 54 suicidi in carcere dall’inizio dell’anno. Nel 2023 erano stati 69 in tutto. Confrontando lo stesso periodo dell’anno, dal primo gennaio a inizio luglio, erano stati 34. Nemmeno nel 2022, l’anno con più suicidi dall’inizio degli anni ‘90, ce n’erano stati così tanti arrivati a questo punto dell’anno. Del resto non va dimenticato che anche tra le guardie carcerarie avvengono suicidi con un’incidenza preoccupante.

Recentemente il governo ha approvato un decreto con diverse misure relative alle carceri, giudicate negativamente dall’associazione Antigone: «Per contrastare l’isolamento penitenziario e incidere sulle cause dei suicidi sarebbe stato necessario prevedere telefonate quotidiane e non una ogni cinque giorni. Inoltre la misura entrerà in vigore tra sei mesi almeno. Un’altra estate passerà invano», ha detto Patrizio Gonnella, presidente di Antigone. «In materia di liberazione anticipata si è intervenuti sulla procedura ma non sull’allargamento dei giorni di concessione. […] Assumere sempre e solo poliziotti non basta. Bisognerebbe anche aumentare il numero di educatori, mediatori, assistenti sociali, medici, psichiatri, etno-psichiatri, interpreti, direttori. Altrimenti trasformiamo le carceri in un luogo di ordine pubblico. Infine la previsione di invio di ben 85 agenti in Albania per gestire la prigione che nascerà in quel paese è irriguardosa per chi fa turni massacranti in Italia».

(Foto di Henry & Co. su Unsplash)

Questo articolo è solo un pezzetto

Scrivere ci piace, ma l’attività principale di Avis Legnano è la sensibilizzazione alla donazione di sangue. Per partecipare a questo progetto basta compilare il modulo d’iscrizione.

Lo trovi qui