Il nuovo ministro della Salute Roberto Speranza, non appena si è insediato, ha detto di avere tra i suoi obiettivi quello di abolire il superticket sanitario. Quest’ultimo è stato introdotto nella finanziaria del 2007 e poi applicato a partire dal 2011, in una situazione di emergenza finanziaria per il Paese. È sostanzialmente una tassa di 10 euro (che non sostituisce il ticket sanitario) e viene pagata da ogni cittadino non esente per accedere a una prestazione specialistica da parte del sistema sanitario nazionale.

Su Lavoce.info, l’economista Gilberto Turati spiega che le risorse necessarie per l’abolizione del superticket sono circa 350 milioni di euro. Per la copertura servono infatti 413 milioni, ma 60 milioni sono già stati allocati nella legge di bilancio del 2018 (già allora il superticket doveva essere abolito, ma non si trovarono risorse sufficienti). Come fa notare Turati, «il super-ticket è in realtà una tassa che stravolge completamente il concetto di compartecipazione alla spesa, soprattutto per le prestazioni a bassa complessità per le quali “ticket + super-ticket” comportano esborsi superiori al costo di produzione del servizio». L’abolizione del superticket è dunque un provvedimento che si attende da tempo, anche perché si tratta di una misura nata per fare fronte a una situazione d’emergenza, poi rimasta (come spesso accade) anche quando l’emergenza è passata.

La situazione attuale

L’attuale sistema sanitario su base regionale, come si sa, ha prodotto un panorama piuttosto diversificato a livello di tariffe ed esenzioni. Il discorso vale anche per il superticket. Molti presidenti di Regione hanno ritenuto giusto sollevare i propri cittatini (del tutto o in parte) da tale onere e così, anche se serve una legge dello Stato per abolirlo del tutto, in alcuni territori il superticket è già stato di fatto abolito o ridimensionato. La situazione è cambiata molto nel corso degli anni. Abbiamo cercato di ricostruire una fotografia il più possibile aggiornata di come stanno le cose, regione per regione.

A quanto ci risulta, il superticket è ancora pienamente in vigore in otto regioni: Abruzzo, Umbria, Sicilia, Sardegna, Calabria, Puglia, Friuli-Venezia Giulia e Liguria (quest’ultima prevede di abolirlo nel 2020 per chi ha meno di 17 anni).

Non si paga invece in Valle d’Aosta, Basilicata, Sardegna, Provincia autonoma di Bolzano, Toscana.

Molte le regioni hanno introdotto agevolazioni in base all’età e al reddito dei cittadini. Il Lazio ha abolito il superticket per cittadini con più di 60 anni o “svantaggiati”. In Emilia-Romagna lo paga solo chi ha un reddito superiore a 100mila euro. In Veneto dal primo gennaio 2020 sarà abolito per chi ha un reddito inferiore ai 29mila euro. Nelle Marche è stato abolito per i redditi ISEE inferiori a 10mila euro. In Molise non lo pagano i giovani fino a 17 anni. In Campania è abolito per le famiglie con redditi fino a 24mila euro, mentre è stato ridotto da 10 a 2 euro per le persone tra 6 e 65 anni. La Provincia autonoma di Trento ha abbassato la quota a 3 euro a partire dal 2015.

(Foto di Hernán Piñera su flickr)