Tra le varie attività di cooperazione internazionale che si sono perse per strada nel corso dell’ultimo anno, complice la crisi e l’immobilità della politica italiana, ci sono le adozioni internazionali. Venerdì 11 ottobre c’è stato un incontro tra gli enti autorizzati organizzato spontaneamente, dato che il ministero competente non convoca i portavoce da molto tempo, né quando il dicastero era affidato ad Andrea Riccardi, né ora sotto la direzione di Cécile Kyenge. Il panorama delle adozioni internazionali è difficile già da qualche anno, il 2012 ha segnato un -23 per cento e alcuni Paesi destinatari degli aiuti hanno chiuso i loro canali di collaborazione con l’estero, interrompendo i progetti in corso e impedendo la nascita di nuove azioni di cooperazione. Pare inoltre che la commissione apposita voluta dal ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri non si sia mai riunita, e che questo potrebbe non succedere mai.

Così, come sempre quando la politica non risponde, il terzo settore si organizza da sé, in questo caso elaborando alcuni appelli rivolti a chi muove i bottoni dei finanziamenti. Sostanzialmente, non c’è un euro stanziato per le attività della Commissione, né per il 2013 né per il 2014. Anche per le adozioni effettuate nel 2012 il rimborso è incerto, al momento non ci sono coperture. Il che si traduce in un’interruzione totale dell’impegno dello Stato in questo tipo di cooperazione. Una situazione che Pietro Ardizzi, portavoce del coordinamento Oltre l’adozione, non esita a definire con toni pessimistici: «Capiamo una riduzione dello stanziamento, ma quella attuale è una situazione drammatica, di totale dimenticanza. Per questo lanciamo un immediato grido di allarme».

Oltre al ritorno dei finanziamenti, il coordinamento delle associazioni fa un ulteriore appello entrando nel merito della composizione della Cai (Commissione per le adozioni internazionali). Al momento, infatti, essa è presieduta dal ministro Kyenge, che finora non si è occupata della questione. La vicepresidenza è invece affidata a Daniela Bacchetta, in scadenza del suo secondo mandato, verso la quale le associazioni si sono espresse a favore di una nomina che sia “in continuità” col suo operato. Non per un terzo mandato quindi (al limite si propone una proroga di 6-10 mesi), ma comunque per una persona che conosca già la questione di cui dovrà occuparsi, in modo da non dover affrontare un’ulteriore battuta d’arresto nell’attesa di un periodo formativo nel neo vice presidente. «L’identikit del futuro vicepresidente della Cai dovrebbe essere quello -ha detto Ardizzi- di una figura competente sul tema adozioni, con esperienza, con conoscenza della macchina statale, con capacità organizzative e manageriali».

Da ultimo, la conferenza degli enti ha espresso preoccupazione per una svolta concorrenziale tra enti, spinti a competere tra loro dall’assenza di fondi. Una tendenza verso la quale il portavoce del Cea (Coordinamento enti autorizzati) Gianbattista Graziani esprime il suo dissenso: «Gli enti autorizzati, chi più chi meno, sono tutti in sofferenza. La nostra unica entrata viene dai conferimenti di mandati, se questi calano è ovvio che siamo in difficoltà, con il rischio di veder nascere una competizione fra enti, contraria all’etica. Intese e collaborazioni sono come dei piani di ristrutturazione industriale, vanno incentivati anche economicamente». La collaborazione spontanea tra gli enti continuerà anche nei prossimi mesi al fine di strutturare al meglio le proposte da portare all’attenzione della politica all’inizio del 2014, dando inizio così a un dibattito che possa restituire ossigeno a un’importante forma di cooperazione che rischia di sparire.