
Qualche tempo fa, su ZeroNegativo si parlava dell’entrata in vigore del nuovo regolamento Agcom sulla tutela del diritto d’autore online, e ci si chiedeva quali conseguenze avrebbe avuto sulla libertà di accesso alle risorse su internet. Nonostante il testo sia stato presentato come strumento decisivo per la lotta alla pirateria, molti elementi ci facevano infatti sospettare che esso potesse introdurre uno sbilanciamento dei poteri d’intervento troppo a favore dell’Agcom. Rimandiamo il lettore all’articolo citato in apertura per leggere i meccanismi del nuovo regolamento, mentre in questo post ci concentriamo sugli sviluppi della vicenda, visto che ormai il testo è in vigore da qualche mese e ci si può fare un’idea della fondatezza dei nostri (e non solo) sospetti. Secondo quanto scrive Alessandro Longo su Che futuro!, a oggi sono 85 le segnalazioni inviate all’Autorità per la garanzia nelle comunicazioni, delle quali 55 hanno già dato avvio a una procedura, che solo in otto casi riguarda violazioni di copyright in senso massiccio.
Secondo Fulvio Sarzana, uno dei primi provvedimenti presi in applicazione del nuovo regolamento riguarda un sito di condivisione di risorse didattiche per studenti: «Risorsedidattiche.net è un sito che mette a disposizione, come appare dalla prima pagina, dei bambini delle scuole primarie, alle famiglie agli insegnanti, schede didattiche per l’apprendimento. I singoli utenti inseriscono i materiali a titolo gratuito che sono condivisi a beneficio della collettività. È un sito molto frequentato soprattutto dai bambini delle scuole primarie, perché contiene un gran numero di esercizi gratuiti di inglese per la prima scuola dell’obbligo. Orbene l’Agcom, con la comunicazione di avvio di procedimento n. 42/2014, ha ordinato al provider Aruba di cancellare le schede gratuite relative ai seguenti temi: “La civiltà dei Greci – 3”, “I Sumeri”, “La civiltà degli Assiri”, “Teoria del Big Bang”, “Gli Etruschi”, “Civiltà dei Greci – 4”, “La preposizione”, “La civiltà dei Greci”, “I Babilonesi”,“L’Iliade”». L’Agcom aveva garantito che, nonostante le libertà concesse dal regolamento, la sua attività si sarebbe concentrata sui “veri pirati”, ma in questo caso sembra aver preso un abbaglio di fronte a una scolaresca in costumi carnevaleschi.
Il problema è che, come spiegavamo, il regolamento contiene un deterrente per cui, se il provider non rimuove i contenuti contestati, rischia fino a 250mila euro di multa. Considerando che quest’ultimo ha molto meno interesse alla completezza dei contenuti di un sito rispetto a chi invece lo gestisce, è ovvio che i casi di “autocensura” (ci si passi il termine) sono destinati a moltiplicarsi. «La proposta di Sarzana e Blengino – spiega Longo –, tra gli altri, è ora di una norma – scaturita dal Parlamento – che adegui la legge sul copyright ai tempi di internet, prevedendo il fair use. Ampliando quindi la possibilità di usare materiale protetto da diritto d’autore a scopo di commento, critica, citazione. Adesso è prevista ma è molto limitata». A voler mettere in fila tre argomenti di cui abbiamo parlato nelle ultime settimane (regolamento Agcom, equo compenso per la copia privata, circolazione di ebook nelle biblioteche), emerge con grande chiarezza quanto l’Italia sia in una situazione di “arretratezza” (escludiamo a priori teorie del complotto) per quanto riguarda le norme sul diritto d’autore su supporti digitali e online.