di Marco Calini

Stagione di saldi, anche per le mostre d’arte, e, con un po’ d’occhio, pure di ottimi affari. A Palazzo Reale di Milano sino all’11 settembre resta aperta per ferie “Nag Arnoldi – Sculture 1980 – 2011”. Dove il problema non è l’immancabile chi era costui?, perché il Nostro è vivo vegeto e perché non è richiesta conoscenza preventiva dell’autore, ma il cos’è? di tante mostre che in quegli spazi all’ombra della Madonnina l’hanno preceduta e la seguiranno. Dove il problema è la gratuità dell’ingresso, perché se una mostra è libera –si pensa– non vale una cicca, mentre le torme di pellegrini giunte lo scorso autunno a Palazzo ricordano bene gli euro sganciati, i tempi di prenotazione biblici e le code chilometriche per ammirare “Salvador Dalì il sogno si avvicina”. Sarebbe stato utile però chiedere loro qualcosa all’uscita, perché qualcuno dal sogno in seguito si è anche svegliato. E non benissimo. Ma che volete?
Ci sono mostre vere e mostre evento, mostre di illustri –purtroppo– sconosciuti e mostre di celebrità più che di opere. Amen se il pubblico ogniqualvolta paga il biglietto cerca conferme –è l’umana inerzia–, ma almeno, queste conferme, le trovasse. Invece dei gratest hits manco l’ombra, perché la mostra –si spiega– vuole indagare la parte ingiustamente trascurata della produzione del Maestro. Balle, nella stragrande maggioranza dei casi. Sono sempre meno, in proporzione, le mostre ad alto tasso di validità scientifica, quelle che veramente sono lo sbocco di uno studio vero e con un approdo non scontato. Palazzo Reale, sempre nella bassa stagione 2010, aveva offerto ai milanesi d’agosto il Chiarismo, quest’anno Nag Arnoldi. E visto che non c’è niente da fare in attesa del prossimo giro di Impressionismo, buttateci un occhio se non vi vergognate a entrare gratis e a incedere sul substrato ligneo delle sculture allestito da Mario Botta. Vi sentirete meno colpevoli all’uscita.