Nei giorni scorsi circolava una certa fibrillazione e un discreto sconcerto tra le associazioni del terzo settore, compresa la nostra. «I ristori mancati sono un colpo alle associazioni», titolava una news pubblicata sul sito di Avis nazionale citando un virgolettato del presidente Gianpietro Briola. Il commento era relativo all’assenza del terzo settore dal testo votato dal Parlamento per convertire in legge il decreto “Aiuti bis”, che prevede una serie di aiuti a diversi comparti strategici del paese per fare fronte alla crisi energetica in corso e al relativo aumento delle spese per le utenze.
«Avis – aveva dichiarato Briola – , così come tante altre realtà coinvolte in questo ambito, ha dimostrato quanto il mondo del volontariato sia stato strategico nei mesi passati contraddistinti dall’emergenza pandemica. Affrontare l’inverno sarà complicato anche per noi, perché la crisi energetica non fa sconti a nessuno e non riguarda solo chi opera nel settore profit. Il Covid ha già duramente colpito l’intero Terzo Settore e solo la passione e il senso civico di tanti volontari ha permesso alle attività quotidiane di proseguire. Ora una nuova difficile fase si avvicina sempre di più: la mia speranza è che questa mancanza venga riparata il prima possibile».
Alla fine il governo ci ha messo “una toppa”, come ha scritto Sara De Carli su Vita, con l’approvazione di un decreto “Aiuti ter”, che finalmente prende in considerazione anche il non profit come destinatario delle misure di sostegno.
«Sono due le misure introdotte nel dl Aiuti ter per aiutare gli enti di Terzo settore – spiega De Carli –. Una […] prevede un contributo straordinario per gli enti del Terzo Settore pari al 25% della spesa sostenuta per l’acquisto della componente energetica effettivamente utilizzata nel primo, secondo, terzo e quarto trimestre del 2022 e – a parziale compensazione dei maggiori oneri effettivamente sostenuti per l’acquisto del gas naturale – un eguale contributo straordinario sempre pari al 25%, per quanto consumato nel primo, secondo, terzo e quarto trimestre 2022 per usi energetici diversi dagli usi termoelettrici». L’altra misura riguarda gli enti del terzo settore e ed enti religiosi civilmente riconosciuti «che gestiscono servizi sociosanitari e sociali residenziali e semiresidenziali per persone con disabilità. Per supportarli nell’affrontare gli aumenti legati ai costi dell’energia è stato istituito presso il Ministero dell’economia e delle finanze un fondo ex novo, di 120 milioni l’anno». Come specifica l’articolo, si tratta in questo caso di circa 45 mila soggetti potenzialmente beneficiari, il che vuol dire una media di poco più di 2.600 euro ciascuno.
Le associazioni hanno accolto in maniera positiva la notizia. «Sono lieto che il Governo e il Parlamento abbiano compreso l’importanza delle nostre richieste – ha commentato Briola –, consentendo anche al Terzo Settore di poter usufruire dei ristori necessari per contrastare il caro-energia». Ma ha aggiunto: «Ora, la mia e nostra speranza è che una volta per tutte il Terzo Settore venga considerato come attore fondamentale per garantire assistenza e cure alla società di cui è parte integrante, in particolare a favore delle persone più fragili. Per fare questo, qualsiasi altro provvedimento futuro dovrà tenere conto del ruolo imprescindibile del volontariato».
Si vedrà dunque se le misure adottate saranno sufficienti. Il terzo settore comprende realtà molto varie e diverse rispetto al mondo profit, e non è detto che i problemi del primo vadano affrontati con soluzioni pensate per il secondo. Fa inoltre riflettere che il Parlamento non sia riuscito a trovare l’accordo per inserire un apposito emendamento ma abbia dovuto pensarci il governo, e comunque al terzo decreto di questo tipo.
Da notare anche le modalità con cui è arrivato il correttivo, già note per chi come noi segue le dinamiche tra politica e terzo settore e ben sintetizzate da Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum del Terzo Settore: «Governo e Parlamento hanno preso atto che lasciare il Terzo settore privo di ristori contro i rincari avrebbe significato far gravare maggiormente la crisi energetica proprio su quella fascia di popolazione più indifesa, povera e a rischio emarginazione. Ci fa molto piacere che nel decreto Aiuti ter siano stati previsti, facendo seguito alle nostre richieste, dei sostegni ad hoc per quelle realtà non profit che svolgono attività di cura e assistenza verso i più fragili e che avrebbero rischiato di non poter continuare a operare. Speriamo però che non si debba più assistere a simili ‘salvataggi in extremis’ del Terzo settore o a sottovalutazioni del suo importante ruolo».
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