Che l’esercizio fisico faccia bene alla salute è ormai un dato assodato. Le evidenze scientifiche hanno confermato che fare attività, più o meno di qualunque tipo, purché in maniera regolare e senza esagerare, riduce svariate categorie di rischio, come i problemi cardiovascolari, ictus e diabete. Ma l’associazione tra esercizio e salute mentale è ancora poco esplorata, e non ci sono risultati definitivi. Lo studio più esteso sul tema è stato condotto da un gruppo di ricercatori che operano tra Stati Uniti e Regno Unito, e ha confermato l’ipotesi che ci sia una correlazione tra fare attività sportiva e miglioramento dell’umore. Che tale relazione ci fosse non è del tutto sorprendente: quando la salute di una persona migliora, è molto probabile che il benessere si rifletta anche sul suo stato d’animo. Meno chiaro è stabilire che tipo di esercizio sia meglio fare, per quante volte alla settimana, per quanto tempo, con quale grado di intensità.
Il metodo
Per capirlo, i ricercatori hanno intervistato un campione di oltre 1 milione e 200mila cittadini statunitensi, dai 18 anni in su, per un intervallo di tempo che va dal 2011 al 2015. Periodicamente, è stato chiesto loro di riportare il tipo di attività fisica svolta nel mese precedente e di valutare il proprio stato d’animo nello stesso periodo di tempo. I risultati sono stati poi bilanciati con metodi statistici in base a vari parametri (età, gruppo etnico, genere, stato civile, reddito), tra cui il fatto che ai rispondenti fosse stata o meno diagnosticata depressione nel corso della loro vita.
Risultati
In generale, le persone che facevano esercizio fisico hanno fatto registrare in media il 43,2 per cento in meno di giorni di cattivo umore (circa un giorno e mezzo in meno) su base mensile. Qualunque tipo di attività ha confermato questa associazione, con una leggera prevalenza per gli sport di squadra più popolari (–22,3 per cento di stress mentale), la bicicletta (–21,6 per cento) e attività aerobiche e ginniche (–20,1 per cento). Questa associazione si è rivelata più forte per coloro che praticavano per sessioni comprese tra i 30 e i 60 minuti, dalle tre alle 5 volte alla settimana. Andare oltre questi limiti non porta ulteriori benefici, e anzi discostarsene troppo (per esempio fare attività più di 23 volte al mese, o sessioni più lunghe di 90 minuti) sembra avere l’effetto contrario sulla salute mentale. Tra le attività considerate rientrano anche yoga, tai chi, mindfulness e simili, anch’esse associate a un generale miglioramento dell’umore. Questi risultati valgono (seppure con sfumature diverse) sia per persone sane, sia per coloro che soffrono di depressione. Il limite dello studio, per quanto esteso e significativo, è di essere basato su interviste e auto-valutazioni da parte dei partecipanti. Con la rapida diffusione di dispositivi indossabili che rilevano attività e condizioni fisiche (smartwatch, etc.), è auspicabile che nei prossimi anni si possa ripetere la ricerca con standard di misurazione più accurati e oggettivi.
(Foto di Jenny Hill su Unsplash)