Tutti i principali quotidiani nazionali hanno titolato indignati contro la mancata partecipazione dei parlamentari alla discussione generale per l’istituzione della commissione d’inchiesta sulla morte di Giulio Regeni, lunedì scorso. Di scandaloso però c’è più che altro l’abitudine a cavalcare (e fomentare) l’onda di discredito contro le istituzioni da parte dei media. La discussione generale, infatti, è un passaggio delle prassi parlamentari a cui partecipano principalmente le persone direttamente coinvolte nella commissione stessa. Spesso poi si svolge in contemporanea con le attività di altre commissioni, ragione per cui non è strano che siano pochi i deputati o senatori a riunirsi in Aula in quell’occasione. Più importante è il processo di votazione finale per l’istituzione della commissione, che avviene nei giorni successivi alla discussione generale. Se lì ci fosse il deserto, allora sì che sarebbe il caso di porsi qualche domanda sulla serietà generale del Parlamento. La cosa è ancora più grave visto che, come fa notare Ivan Scalfarotto (Pd), molti degli articoli in questione sono stati scritti da giornalisti e giornaliste che conoscono bene le prassi parlamentari, e quindi si può sospettare che ci sia dell’intenzionalità nel voler gettare discredito su una classe, quella dei politici, che negli ultimi anni non gode certo di ottima fama (spesso per motivi più che validi, sia chiaro).
Cosa si è scritto sui siti web dei giornali
Partiamo dai siti web dei due principali quotidiani italiani. Il Corriere della Sera ha titolato così: “Caso Regeni, l’Aula è vuota nel giorno della Commissione d’inchiesta”. «Lunedì a Montecitorio erano presenti solamente 19 deputati che, alla fine, hanno dato tutti parere positivo», si legge nel sommario. L’attacco del pezzo insiste: «Si discuteva sulla Commissione d’inchiesta per il caso Regeni. Ma in Aula c’erano solo una manciata di deputati: erano in 19. “Colpa” del maxi ponte, che tra Pasqua e Primo maggio ha regalato ai deputati una vacanza ancora più lunga del previsto». Ecco trovato il colpevole: il “maxi ponte”. Com’è possibile però che fossero tutti in gita lunedì 29 aprile mentre il giorno dopo (quindi ancora in pieno “ponte”), durante una votazione del pomeriggio (vedi qui a 1h 9′ 20”), erano presenti quasi 400 deputati?
Così Repubblica: “Regeni, l’ultimo affronto: al dibattito alla Camera presenti solo 19 deputati”. Nel pezzo si parla di «aula deserta della Camera» e poi si fa notare come «al primo, timido passo per Giulio – la commissione parlamentare – in aula erano presenti solo 19 deputati». Massimo Ungaro, del Pd, cede all’irresistibile tentazione di chiedere scusa e «ammette che certo “c’è da indignarsi” per quell’aula vuota. Anche se, a giustificazione dei Dem assenti, afferma che l’avviso ad esserci era arrivato solo nella mattinata. […] Non si scompone invece il sottosegretario agli Esteri, Manlio Di Stefano dei 5Stelle: “È normale in discussione generale”».
Il Sole 24 Ore gira il discorso sul merito di chi c’era: “Regeni, commissione d’inchiesta: solo 19 deputati in aula. Ecco chi sono”. Nonostante l’accento sui 19 presenti nel titolo, dell’argomento si parla solo verso metà articolo, per dire che «Ha suscitato polemiche però il fatto che la discussione generale sulla istituzione della Commissione parlamentare di inchiesta si sia svolta lunedì in un’aula della Camera deserta». Poco dopo si riporta il commento di un altro deputato Pd, Stefano Ceccanti, che sottolinea la normalità della cosa: «Nelle giornate in cui ci sono solo discussioni generali senza voto partecipano coloro che in Commissione hanno effettivamente lavorato sul testi in discussione quel giorno. È un momento di passaggio». Ma sappiamo bene che i lettori spesso formano le proprie opinioni principalmente leggendo i titoli, quindi ciò che resterà saranno i “19 deputati in aula”, non certo le spiegazioni nell’articolo. Il Fatto Quotidiano è sullo stesso tono delle altre testate, e in più fa notare che il “caso” è partito proprio a causa di un parlamentare (sempre del Pd), Filippo Sensi, che sul suo profilo Twitter ha postato una foto dell’aula semi-vuota, attirandosi le critiche dei suoi follower. Ma qual è il compito dei giornalisti: aiutare a capire le cose, o cavalcare l’onda per accendere polemiche inutili?
La versione di Scalfarotto
Ivan Scalfarotto, anch’egli del Pd, ha spiegato sul suo blog che non c’era nulla di strano nel vedere l’aula vuota: «Il lunedì in aula si svolge la cosiddetta “discussione generale” del provvedimento che sarà votato durante la settimana. Che cos’è la discussione generale? È il momento nel quale la Commissione competente per materia consegna all’aula il provvedimento da essa lavorato e licenziato. Praticamente la totalità delle leggi, infatti, nasce in una commissione e poi arriva in aula per l’approvazione. Questa sull’istituzione della commissione sulla morte di Giulio Regeni, in particolare, è nata in Commissione Esteri (la mia commissione) alla quale poi si è unita anche la Commissione Giustizia». Vi invitiamo a proseguire la lettura cliccando sul link più in alto. Poi per carità, indigniamoci pure contro la politica, ma almeno a ragion veduta.
(Foto di Bruno Martins su Unsplash)