Sabato 23 marzo a Rho si è svolta l’assemblea dell’Avis provinciale di Milano. Cominciamo ringraziando il consiglio direttivo uscente e facendo gli auguri di buon lavoro al nuovo eletto. In un momento cruciale come quello che stiamo vivendo (ne abbiamo parlato spesso su ZeroNegativo), chi ha preso in mano le redini di questa Avis di coordinamento si trova caricato di grandi responsabilità. Viste le sfide da affrontare (su tutte l’accreditamento per i requisiti minimi del sistema trasfusionale entro la scadenza del 31 dicembre 2014) è importante che durante questo mandato le Avis comunali maggiori diano il proprio appoggio (e da Legnano non lo faremo mancare), soprattutto in termini di idee e proposte da realizzare insieme.

Alcune, le questioni per noi cruciali, vogliamo proporle qui, come anticipazione pubblica di ciò che diremo nei prossimi incontri ufficiali. Innanzitutto un richiamo all’articolo 7 della legge sul sistema sangue, che impone alle associazioni la chiamata al donatore, secondo una programmazione concordata col centro trasfusionale. Si tratta di una funzione importante per l’efficienza del sistema sangue e per la gestione del rapporto tra Avis e i donatori. Sarebbe bene quindi che le sezioni più piccole, che da sole non riescono a far fronte all’impegno, si consorziassero in modo da avere maggiore spinta organizzativa. Ma anche le Avis più grandi hanno bisogno di collaborare, per innescare economie di scala che diano vita a una gestione più virtuosa, per esempio coordinando dei centri di acquisto centralizzati, oppure condividendo le professionalità che operano al loro interno.

Inoltre, deve essere molto chiaro che il nuovo consiglio direttivo provinciale è chiamato a pungolare l’Avis regionale, affinché essa parli con la politica -anch’essa ricca di novità al comando- e si arrivi finalmente alla firma del piano sangue, che aspettiamo da anni e senza il quale i nostri sforzi organizzativi saranno presto inutili. Il messaggio va quindi anche al presidente di Avis Lombardia Domenico Giupponi, che auspichiamo sia confermato alla prossima assemblea, e alla sua squadra, che ci aspettiamo sia invece rinnovata, affinché ci rendano, come associazione, un interlocutore più incisivo di quanto siamo stati finora. La strada per i requisiti minimi passa anche da qui. Si avvicina un’estate pericolosa, almeno tanto quanto quelle più recenti, quando le carenze di sangue milanesi sono state colmate da altre Avis provinciali. È ovvio che, dove si concentra l’eccellenza ospedaliera e confluisce una grande popolazione, le richieste sono più alte, ma ci auguriamo di poter colmare sempre di più il disavanzo e far sì che quella di Milano sia una provincia autosufficiente.

Uno sforzo che necessariamente richiede un rapporto di collaborazione e rispetto reciproco tra l’associazione e i poli ospedalieri cui siamo collegati. Bisogna muoversi uniti per evitare che altrove si presentino i problemi che abbiamo a Legnano, dove la situazione è molto tesa e ci troviamo con una convenzione scaduta e con l’azienda ospedaliera che caldeggia una nostra firma su una proposta che più volte abbiamo giudicato irricevibile, soprattutto perché ci imporrebbe tagli ai costi del personale medico, e quindi una riduzione dei controlli sulla salute dei donatori. Da ultimo un invito a non perdere tempo prezioso, visto che l’assemblea cade proprio in prossimità della Pasqua e quindi sarà seguita da una pausa dei lavori: la proposta che ci permettiamo di fare è che l’accettazione delle cariche e l’insediamento avvengano a strettissimo giro di posta, per avere un consiglio direttivo e un presidente subito operativi. Ce n’è un gran bisogno.