Donare è un’arte. Questo sarà il messaggio della nuova campagna di comunicazione di Avis Legnano, che sarà diffusa nei prossimi mesi nei comuni di riferimento della nostra sezione. L’intento di base resta quello di avvicinare nuove persone alla donazione di sangue, ma il messaggio si declina ogni volta in modi nuovi. La realizzazione della campagna, culminata nel manifesto che vedete in questa pagina, si deve a Lorenzo Preziosi, grafico e illustratore, un volto già noto a chi ha visitato la nostra sede negli ultimi anni, visto che ha prestato servizio civile nella sezione “Cristina Rossi”.

AVIS L'ARTE DI DONAREIl logo di Avis, nella sua illustrazione, si inserisce nel paesaggio urbano, diventa espressione di un atto artistico (ancora in corso), cattura l’attenzione di chi passa, i personaggi sono tutti giovani. In questi pochi elementi c’è molto dell’essenza della nostra associazione: il gesto al centro del discorso, le persone, la necessità di coinvolgere gli altri, crescere nei numeri e nella forza di condivisione di un’idea. Preziosi ha spiegato così la scelta di avvicinare il concetto di arte a quello di donazione: «L’arte è l’espressione estetica dell’interiorità umana, che decide di comunicare attraverso la letteratura, la pittura, la scultura e la musica, anche i più nobili dei valori. Chi ha voluto adornare il nostro paese lo ha fatto attraverso opere d’arte, non solo bellissime ma anche ricche di sentimenti quali la gioia, la tristezza la nostalgia la felicità e molte altre. Tutto ciò viene donato ogni giorno, attraverso un gesto, una pennellata o un incisione fatta centinaia di anni prima. Ed è proprio come l’arte che la donazione agisce: con un piccolo gesto si può donare la vita e con sé anche tutte queste emozioni che la rendono magnifica. Anche donare è un’arte».

Andando indietro nella storia, attingendo dalla voce Arte dell’enciclopedia Treccani, si scopre come l’accostamento sia del tutto appropriato, anche risalendo all’accezione più antica del concetto: «Arte fu per gli antichi l’opera dell’uomo in quanto si distingua dall’operare della natura: l’opera cioè illuminata e governata dall’intelligenza e dalla riflessione in opposizione a quello che è l’operare inconsapevole della natura, e che nella stessa vita dell’uomo perdura in tutte le forme della sua attività istintiva, e perciò puramente naturale. In tal significato il complesso delle arti fu l’equivalente di quel che oggi si dice la civiltà o la storia; nella quale l’uomo viene manifestando la sua originalità e creando un mondo morale al di sopra di quello ch’egli trova nell’universo, e che si chiama natura». Niente a che vedere con l’italiano asettico e noioso (e quindi impossibile da memorizzare) di Wikipedia.

Gli autori della voce si spingono coraggiosamente oltre, più avanti, introducendo l’ispirazione, necessaria all’uomo per dare valore a ciò che fa, a combinare gli elementi di cui dispone secondo un disegno: «Ma come con tutta la maggior ricchezza immaginabile del vocabolario non si dice nulla se non c’è nulla da dire, così tutto l’universo è necessario all’uomo perché parli e canti e dipinga, ma l’universo non basta, e ci vuole qualche altra cosa, che dal suo interno inspiri l’uomo e lo faccia parlare, cantare, dipingere». Questa inconoscibile «altra cosa» è ciò che ci tiene vivi e ci distingue da altre forme di vita del pianeta, e che ha animato le migliori espressioni della natura umana. Tra queste c’è sicuramente l’associazionismo, il mutuo aiuto. Chi ha fondato l’Avis lo ha fatto con questi presupposti.

Donare sangue è come, ogni giorno, rifondare l’associazione, farla rinascere col proprio gesto. E si tratta sempre di un gesto ispirato, che attinge dalla stessa fonte che ci fa «parlare, cantare, dipingere» e, aggiungiamo, donare.