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Aggiornamento: Il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker ha confermato che ha confermato che la competenza in materia di farmaci e di Agenzia europea per i medicinali resterà in capo alla commissione Salute. La nota sul sito di Avis Nazionale.
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In Europa c’è qualcuno che vuole equiparare i farmaci (e quindi anche il sangue e gli emoderivati) a qualunque altro prodotto in circolazione sul mercato. Non si può interpretare altrimenti il trasferimento della responsabilità delle decisioni in merito dal Direttorato generale per la salute e i consumatori (Dg Sanco) a quello per l’Impresa e l’industria. Il fatto ha destato grande sorpresa e disappunto nel mondo Avis, che fin dalla sua fondazione si impegna a promuovere la donazione gratuita, anonima, volontaria, periodica, responsabile e associata. Sulla questione si è espresso il nostro presidente nazionale, Vincenzo Saturni, che in una nota ha condiviso il pensiero suo e dell’associazione: «Siamo seriamente preoccupati per la decisione recentemente assunta dalla Commissione europea di trasferire la responsabilità delle decisioni in materia di farmaci, inclusa l’Agenzia europea pertinente (l’Ema), dal Direttorato generale per la salute e i consumatori a quello per l’Impresa e l’industria. Per questo motivo è nostro compito difendere la donazione, e con essa anche i farmaci plasmaderivati frutto di questo gesto, come bene pubblico insostituibile che non può essere considerato alla stregua di qualsiasi altro prodotto commerciale.
La decisione assunta dalla Commissione europea – prosegue Saturni – dimostra la necessità di adottare al più presto delle misure univoche su tutto il territorio dell’Unione europea in tema di gratuità del dono. Infatti, in alcuni Paesi è consentita la retribuzione dei donatori di plasma, mentre più volte l’Organizzazione mondiale della sanità e la Fiods – Federazione internazionale delle organizzazioni di donatori di sangue hanno ribadito l’importanza di tutelare la donazione come gesto assolutamente gratuito. Questo – ricorda Saturni – è stato uno dei temi al centro di un seminario internazionale promosso dalla Fiods che si è tenuto sabato 11 ottobre a Matera alla presenza di esperti di medicina trasfusionale e massimi rappresentanti del volontariato del dono del sangue provenienti da tutto il mondo. L’evento – conclude il Presidente – è stato l’occasione per ribadire la nostra posizione e per chiedere pubblicamente al Governo italiano di mettere in atto, in questo semestre di presidenza del Consiglio dell’Unione europea affidato al nostro Paese, tutte le strategie possibili affinché la responsabilità in tema di farmaci rimanga tra le competenze del Direttorato generale per la salute. Curare i cittadini e salvare le vite di malati è un dovere delle istituzioni che non può essere considerato alla stregua di qualsiasi altra attività commerciale e industriale».
Il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker ha dapprima difeso la sua scelta, e in una risposta al presidente del Parlamento europeo Martin Schulz, che gli aveva inviato una lettera chiedendogli di tornare sui suoi passi, ha risposto che lo spostamento riflette la strategia per un mercato interno più profondo ed equo: «Mi assicurerò – ha scritto – che la salute pubblica sia almeno importante quanto le considerazione sul mercato interno». Altri parlamentari si sono spesi per sottoporre il problema a Junker e indurlo a ripensare la sua strategia. Apprezziamo il loro impegno e tra essi segnaliamo l’intervento dell’onorevole Patrizia Toia, del gruppo Socialists and Democrats, che ha comunicato alla nostra associazione di avere ottenuto un importante successo, ossia la promessa di Juncker di far tornare l’Ema sotto la competenza della Dg Sanco. Avis ringrazia l’onorevole Toia e assieme a lei tutti gli europarlamentari che hanno contribuito a raggiungere questo importante obiettivo.
Prima di “cantare vittoria”, però, attendiamo che le rassicurazioni si traducano in una dichiarazione formale da parte del presidente della Commissione. Non è solo il “passo indietro” a interessarci: Avis chiede (come auspicato anche dall’Oms) che l’Ema si impegni a realizzare a livello europeo il sistema già vigente in Italia, in cui il sangue si configura come “prodotto etico”. Un marchio che lo allontanerebbe definitivamente da ogni altro tipo di bene liberamente acquistabile e vendibile sul mercato. Nel frattempo, come ha ribadito Vincenzo Saturni, «Avis Nazionale continuerà su questo e su altri temi rilevanti a sollecitare le istituzioni perché ritiene fondamentale che i farmaci (tra cui anche quelli derivati dal sangue) siano strettamente collegati al diritto alla salute».